sabato, 27 Aprile 2024

Sale la tassa Airbnb: cedolare su affitti brevi va al 26%

In attesa della legge a cui sta lavorando Daniela Santanché per mettere ordine nel mondo degli affitti brevi, ma che non ha ancora visto
la luce, la legge di bilancio potrebbe in parte fare cassa aumentando la cedolare secca sui cosiddetti Airbnb. La norma non è ancora stata messa nero su bianco e al momento sulla carta è leggibile solo il titolo dell’articolo sulla ‘modifica della disciplina fiscale sulle locazioni brevi’. A quanto si apprende però, il passaggio potrebbe essere dall’attuale 21% al 26%.

Una prospettiva che già allarma Confedilizia, che parla di “un grave errore”, e che irrita anche l’Abbac, l’associazione nazionale del settore: “Ci sentiamo spremuti come limoni – dichiara il presidente Agostino Ingenito – ma per tante famiglie, aldilà del dilagante abusivismo e speculazioni, quei redditi sono unica forma di sostentamento. L’aumento al 26% di cedolare secca sugli importi lordi, peserà non poco, tenendo conto che dal secondo anno di attività, un gestore di locazione breve, è tenuto a versare l’ammontare annuo entro giugno e riversare entro novembre l’acconto per i redditi presunti dell’anno successivo. Auspichiamo che il legislatore comprenda che il settore, al netto di polemiche strumentali e speculazioni di maggiori gruppi immobiliari, offre posti letto che altrimenti il nostro Paese non avrebbe per rispondere alle esigenze dei viaggiatori. Ecco perché chiediamo di rivedere la scelta del Governo, di individuare una compensazione anche in termini di Irpef, tenuto conto della rimodulazione scaglioni, per le strutture ricettive gestite in forma integrativa del reddito, e di valutare per la cedolare secca, di eliminare l’obbligo di acconto per il reddito presunto dell’anno successivo che pesa non poco sui residui redditi percepiti – conclude – a margine delle ultime novità introdotte dalla manovra 2024 e varata dal consiglio dei ministri lo scorso 16 ottobre”.

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