giovedì, 25 Aprile 2024

Screening negli aeroporti inefficaci, meglio raccolta dati passeggeri contro covid

Gli screening fatti in entrata e uscita nei porti d’ingresso di un paese, come gli aeroporti, sono inefficaci nel prevenire la trasmissione del virus SarsCoV2. A dirlo è il Centro europeo per i controlli delle malattie (Ecdc), che non è a favore di un vasto uso di questo monitoraggio, ma invita a collaborare con le compagnie aeree per raccogliere i dati dei passeggeri, aumentare la comunicazione sui sintomi del Covid-19 e a non viaggiare o usare i trasporti pubblici se si hanno sintomi compatibili con l’infezione.

In un documento pubblicato sul suo sito, l’Ecdc spiega che gli screening in entrata fatti per le epidemie di Sars, aviaria ed Ebola, basati sul controllo delle temperatura, si sono mostrati costosi e poco efficaci. Nel caso del Covid-19 va considerato inoltre che chi è nel periodo di incubazione non viene rilevato da questi strumenti. Secondo alcune stime, all’inizio dell’epidemia a gennaio, il 75% dei passeggeri infetti è entrato o uscito dal paese senza essere rilevato e possono esserci anche dei falsi negativi. La disponibilità dei dati sulla localizzazione del passeggero, soprattutto per le compagnie aeree, sono fondamentali, sottolinea l’Ecdc, per il tracciamento e vanno resi disponibili alle autorità sanitarie pubbliche subito dopo l’identificazione di un caso confermato nei passeggeri di un volo. Secondo l’Ecdc invece, non è utile mettere insieme nello stesso modulo i dati di localizzazione del passeggero e i questionari sul monitoraggio di salute, perchè ciò potrebbe ritardare il trasferimento dei dati e le procedure di tracciamento. La collaborazione con le compagnie aeree è il modo più facile per ottenere questi dati in tempo utile per il tracciamento e per questo propone di fargli raccogliere quelli minimi essenziali, quali il numero e posto di volo, nome completo, data di nascita, telefono e email.

Il movimento e gli spostamenti delle persone aumentano il rischio di un ritorno del virus in aree a basso tasso di contagio, e questo vale non solo per i turisti, ma anche per i pendolari, lavoratori migranti e viaggiatori d’affari. Tuttavia, conclude l’Ecdc, la reintroduzione del virus può non portare a contagi di masse se vengono adottate una forte sorveglianza, test diffusi e misure di tracciamento dei contatti importanti nel paese di arrivo, unite alla comunicazione sul rischio, le misure protettive, il distanziamento sociale e l’igiene delle mani e respiratorie.

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