giovedì, 25 Aprile 2024

Troppa confusione su green pass non fa bene al turismo

Non c’è ancora accordo nella maggioranza e tra governo e Regioni sull’utilizzo del ‘green pass’ e sulla revisione dei parametri di rischio Covid, ma è stata convocata per le 15 una cabina di regia con il premier Draghi ed è prevista una riunione del Cdm probabilmente già in serata per approvare il nuovo decreto.

Intanto il ministro del Turismo Massimo Garavaglia, in diretta streaming al secondo incontro dei “Dialoghi sul Turismo”, organizzati da Isnart, dice: “Tanta domanda d’Italia, siamo sempre i primi e più cliccati al mondo a gennaio e poi perché a dicembre, a consuntivo, non siamo i più visitati? Dobbiamo lavorare per aumentare la quota di mercato, ci sono i margini. C’è una forte domanda e quindi serve una risposta veloce, flessibile e adeguata. Di sicuro non fa bene la confusione attuale su questo green passa e speriamo che oggi si risolva definitivamente. Non fa bene una campagna stampa allarmistica dei media con ‘toni all’italiana’ dove mettiamo in luce gli aspetti negativi del nostro sistema Paese andando a vedere cosa succede fuori”.

Dello stresso avvisto Astoi: “direttive istituzionali confuse e contraddittorie e notizie allarmistiche e fuori controllo hanno indotto nella popolazione scoraggiamento e disorientamento. Il turismo organizzato si era attrezzato per una ripartenza, sebbene limitata a pochissimi Paesi. Erano aumentate le richieste di prenotazioni, in particolare verso l’Italia e, con l’introduzione del Digital Green Pass, anche verso alcuni Paesi Europei come Spagna, Grecia e Nord Europa. Ma dopo soli 20 giorni dal lancio, il certificato, che doveva facilitare la circolazione nel continente europeo, ideato per dare unicità e omogeneità di regole e direttive su spostamenti e comportamenti dei cittadini europei – spiega l’associazione che riunione oltre il 90% dei tour operator italiani -, si sta trasformando da strumento efficace a operazione fallimentare in quanto molti Paesi dell’area Schengen adottano protocolli non univoci, diversi fra loro, generando incertezza fra i viaggiatori”.

Inoltre Astoi sottolinea come l’allerta della Farnesina a valutare i rischi dei viaggi all’estero, a seguito dell’aumento dei casi di contagi da varianti Covid in alcuni Paesi, “ha rimesso tutto in discussione”. “Confusione e schizofrenia delle informazioni sono nemiche della domanda, generano allarmismo e caos ed è quindi naturale assistere, in queste settimane, a prenotazioni in calo e a cancellazioni. Astoi rileva prenotazioni e annullamenti maggiori sulla Spagna, ma il clima di terrorismo psicologico sta interessando anche la Grecia e soprattutto l’Italia, con una grave ricaduta sul turismo nazionale”, rileva.

“Speravamo fosse l’estate del rilancio – afferma Confesercenti in una nota – ma l’incertezza generata dalla quarta ondata rischia di spegnere la ripartenza di pubblici esercizi e attività turistiche alle porte del picco della stagione. In considerazione della fase delicata, chiediamo al governo di agire con prudenza e valutare gli effetti del green pass sulle imprese, escludendo comunque dall’obbligo i piccoli locali con pochi coperti e le attività della zona bianca che già avevano riaperto. Un’estensione dell’obbligo a tutta Italia, a prescindere dai colori delle zone e dall’effettivo rischio di assembramento dei locali, avrebbe un impatto rilevante sui fatturati delle imprese. Ma anche sul clima di fiducia: in primo luogo per i bar, che potrebbero doversi trovare a richiedere il green pass anche per un caffè e che dovranno dedicare un lavoratore al controllo dei certificati. Anche nel caso dei ristoranti, bisognerebbe prevedere l’obbligo, se proprio necessario, solo per servizi al chiuso con un numero di coperti importante, tale da creare effettivamente un rischio”, spiega l’associazione. Il green pass “sta condizionando anche il turismo endogeno, ed il fatto che entrerebbe in vigore proprio in agosto non è certamente un bel regalo. La sola ipotesi sta già creando incertezza tra consumatori e turisti”.

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