La riunione a Napoli dei ministri di Turismo e Cultura Ue europei è stato un successo. “Una riunione importante che ha lanciato un format nuovo”, sottolinea il ministro Dario Franceschini, citando la presenza di “45 delegazioni, 27 Paesi, 20 tra ministri e viceministri, oltre al segretario generale dell’Omt Taleb Rifai, il commissario europeo Ferdinando Nelli Feroci, i presidenti delle commissione del Parlamento Ue alla Cultura e ai Trasporti, Silvia Costa e Michael Cramer. In pratica, tutte le figure apicali per il turismo in Europa”.
Anche se non sono molti per ora i Paesi europei che hanno seguito l’Italia nella scelta di unire le deleghe di cultura e turismo e rimane il compito più importante di convincere i ministri economici dell’Ue a dare centralità al settore.
La riunione informale voluta dall’Italia per discutere tutti insieme è servita, spiega, per creare un dibattito utile per i documenti che verranno proposti ai vertici europei nella riunione del 25 novembre. Franceschini ricorda i tanti argomenti toccati, dall’idea non da tutti condivisa di un brand unico per l’Europa alla necessità di lavorare per semplificare e uniformare la politica dei visti, dall’ideazione di itinerari turistici che attraversino i diversi Paesi europei alla riunione anche in Ue delle due deleghe ora distinte di cultura e turismo con un unico commissario.
Accanto a lui il commissario Nelli Feroci avverte: i dati del 2013 danno ancora l’Europa come prima destinazione turistica mondiale, con 564 milioni di persone che hanno attraversato le frontiere dell’Ue per trascorrervi una vacanza, “ma negli ultimi anni il vantaggio competitivo del settore è in calo”: se nel 1980 la quota di arrivi di turisti internazionali in Europa era del 63%, nel 2010 era già scesa al 51% e si prevede sarà pari al 30% nel 2030. Quindi c’è molto da fare, puntando alla digitalizzazione e all’innovazione, lavorando ad una mobilità sostenibile e a rendere le destinazioni accessibili, spingendo su formazione e istruzione.
Franceschini ricorda il caso dei nuovi turismi e fa l’esempio dei cinesi, che cercano lo shopping prima di tutto. Per essere competitivi, incalza, bisogna fare promozione, investire su ricettività anche differenziando, puntare sulla formazione.
Oggi il dibattito passa al Forum dove si confrontano delegazioni e tecnici. Il ministro italiano, invece, è tornato a Roma, richiamato dalla riunione del consiglio dei ministri.