sabato, 16 Novembre 2024

Viaggi d’affari a +6% grazie a voli lungo raggio e ai prezzi ridotti

Alla fine del 2016 il PIL italiano crescerà dell’1,6% rispetto al 2015. E’ la previsione dell’Uvet Travel Index, l’indice ideato dal gruppo Uvet curato per la parte scientifica da The European House – Ambrosetti. L’indice, che consente di prevedere l’andamento dell’economia italiana sulla base dei trend dei viaggi d’affari, è stato illustrato durante la 13° edizione del BizTravel Forum, in programma oggi e domani a Fiera Milano City. L’Uvet Travel Index rileva anche che nel quarto trimestre di quest’anno la crescita del PIL sarà dello 0,36%, il che permetterà di chiudere il 2015 con un incremento dello 0,87%.

“I dati che emergono dall’Uvet Travel Index per il prossimo anno – spiega Luca Patanè, presidente del gruppo Uvet – sono incoraggianti e, se confermati, implicheranno l’uscita dell’Italia dalla fase di stagnazione e bassa crescita aprendo la porta a scenari più rosei”.

Inoltre, secondo la Business Travel Survey, l’indagine periodica sui viaggi d’affari di Uvet American Express, nei primi nove mesi del 2015 il numero dei viaggi d’affari è cresciuto del 6% rispetto allo stesso periodo del 2014, soprattutto verso le mete intercontinentali (+3%). Se verso l’Europa c’è stata una lieve contrazione (-1%) degli spostamenti per lavoro, in Italia il calo è stato compensato dalla crescita del trasporto ferroviario, soprattutto sull’alta velocità. Per l’effetto della concorrenza sull’alta velocità, infatti, le tariffe ferroviarie sono diminuite dell’8,5% dal terzo trimestre 2013 ma anche le principali tratte aeree nazionali sono calate negli ultimi 12 mesi (-4%), nonostante un aumento generale della tassazione aeroportuale.

Analizzando i trend degli ultimi anni, il picco delle tasse aeroportuali sul costo totale del biglietto è stato toccato nel terzo trimestre 2013 (42,3%), mentre il peso si è alleggerito nel quarto trimestre 2014 (36,6%).

La Business Travel Survey evidenzia poi come all’incremento del numero di trasferte si è accompagnata una riduzione dei costi medi di trasferta, passati dai 262 euro dei primi nove mesi del 2013 ai 245 del 2015. Un trend che nel comparto dei viaggi d’affari dura da tempo, in controtendenza con l’inflazione registrata sia a livello generale sia nel settore trasporti.

“A parità di caratteristiche e condizioni di viaggio – spiega Patanè – un viaggio che costava 100 euro nel 2006, oggi costa 61,3 euro, mentre se avesse seguito la media dei prezzi del settore dei trasporti sarebbe dovuto costare 124,1 euro, oltre il doppio”.

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