Non è compito del passeggero dimostrare che la compagnia aerea ha sbagliato, è quest’ultima che deve dimostrare di aver adempiuto ai propri obblighi. Il giudice di pace di Catania, Beatrice Cosentino, ha condannato la compagnia aerea Air India Limited al risarcimento dei danni nei confronti di una coppia di coniugi che aveva acquistato due biglietti per il volo che da Bengaluru (India), avrebbe dovuto portarli a Catania con scali a Del Delhi (India) e Roma Fiumicino. A causa del ritardo sulla prima tratta, infatti, la coppia ha perso le successive coincidenze arrivando a destinazione dopo un giorno e mezzo. Pur essendo stati riprotetti ed avendo ottenuto il pernottamento, sono andati incontro, loro malgrado, a notevoli disagi.
Il giudice ha riconosciuto ai passeggeri il diritto al risarcimento di 1.000 euro ciascuno. Ha disposto 600 euro per il ritardo prolungato e 400 euro come risarcimento degli ulteriori danni patrimoniali e non patrimoniali subiti. Oltre interessi legali, rivalutazione monetaria e spese del giudizio.
“Le motivazioni di questa sentenza assumono importanza – ha spiegato l’avvocato Carmelo Calì, responsabile Turismo & Trasporti di Confconsumatori, che ha assistito in giudizio i passeggeri – perché consolidano una giurisprudenza che conferma che il passeggero non ha l’obbligo di provare l’inadempimento o l’inesatto adempimento della compagnia, ma devo solo evidenziarlo; mentre è quest’ultima che deve dimostrare di aver assolto ai propri obblighi”.