giovedì, 14 Novembre 2024

Nel 2015 presenze in hotel a +3,6%, Bocca: ora serve lustro di buoni risultati

L’Italia turistica nel 2015 ha finalmente registrato il segno più. Da gennaio a dicembre le presenze nelle strutture alberghiere italiane sono aumentate del 3,6% rispetto al 2014. Nel dettaglio, secondo il consuntivo dell’Osservatorio turistico-alberghiero della Federalberghi, i pernottamenti degli italiani sono cresciuti del 3,2% e quelli degli stranieri hanno registrato un incremento del 4,1%.

“Ma per recuperare il terreno perduto negli anni precedenti ci vorrà almeno un lustro di risultati col segno positivo”, commenta il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca.

A riprova dell’incertezza che ancora grava sull’intero settore e che affligge i bilanci delle imprese ricettive, emergono infatti i dati sull’occupazione che chiudono l’anno con una flessione dei lavoratori dello 0,7%, suddivisa in un +0,3% di lavoratori a tempo indeterminato ed un -1,7% di lavoratori a tempo determinato.

“Il 2015 sarà probabilmente ricordato – stigmatizza Bocca – come l’anno della riscoperta dell’Italia da parte degli italiani, in quanto i nostri connazionali non hanno perso la voglia di viaggiare entro i confini nazionali senza dimenticare l’incredibile successo dell’Expo di Milano. Mentre gli stranieri hanno continuato a scegliere in numero sempre maggiore lo stivale – prosegue – muovendosi in modo pressoché omogeneo nelle aree d’affari/shopping, d’arte maggiore/minore, marine, lacuali, termali e montane.

Ora, per far sì che questi segnali di ripresa possano consolidarsi, chiediamo che il nuovo piano strategico nazionale conferisca attenzione prioritaria alla promozione del prodotto Italia, aumenti le risorse destinate alle imprese che investono nella riqualificazione dell’offerta, rafforzi le misure di contrasto alla proliferazione delle attività abusive, promuova la realizzazione delle infrastrutture di supporto allo sviluppo turistico. Sul fronte della governance, – conclude Bocca – sarà essenziale la ridefinizione delle competenze che dovrà seguire il nuovo assetto del titolo V della Costituzione, così come la necessità di presidiare sempre più le istituzioni comunitarie, dove quotidianamente vengono assunte decisioni di importanza vitale”.

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