Da lunedì 11 luglio l’Enav sbarca in Borsa. Parte infatti l’offerta per la vendita di una quota fino al 46,6% del capitale di Enav per un’operazione che potrà valere fino quasi 1,9 miliardi di euro. Anche dalla Consob è arrivato il via libera al prospetto informativo e il ministero dell’Economia sottolinea come, dopo l’approdo in borsa di Poste Italiane, quella di Enav sia “un’ulteriore importante operazione del programma di privatizzazioni del Governo, che ha l’obiettivo di rafforzare la società, potenziare il mercato dei capitali e reperire risorse finanziarie da destinare alla riduzione del debito”.
Le azioni Enav saranno offerte a un prezzo fra i 2,9 e i 3,5 euro per azione, con una valorizzazione della società che avrà una soglia minima non vincolante di 1,571 miliardi fino ad un massimo vincolante di 1,896 miliardi.
In particolare l’offerta, che si chiuderà il 21 luglio, è così articolata: un minimo di 23 milioni di azioni (il 10% dell’offerta totale) per il pubblico italiano e i dipendenti Enav; 207 milioni di azioni, pari al 90% dell’offerta, riservato ad investitori istituzionali in Italia ed all’estero.
E’ inoltre prevista la concessione, ai Coordinatori dell’Offerta Globale di un’opzione di chiedere in prestito fino ad altri 22,6 milioni di azioni, pari al 9,8% per una sovrallocazione (over allotment) nell’ambito del Collocamento Istituzionale.
L’offerta ai dipendenti sarà composta di un massimo di 4,281 milioni di azioni che potranno essere acquistate in lotti minimi di 500 anche con l’anticipazione delle somme accantonate a titolo di Tfr o dall’anticipazione di un importo pari alla retribuzione dovuta a titolo di tredicesima mensilità per l’anno 2016.
Gli scenari post Brexit non hanno quindi scoraggiato il Tesoro, anche se il Movimento 5 stelle non ci sta: “il Governo sospenda la quotazione in Borsa di Enav, in piena fibrillazione in seguito alla Brexit. Stiamo pertanto valutando se ci sono gli estremi per fare un esposto in Procura per danno erariale”. “Nemmeno un evento epocale come l’uscita della Gran Bretagna dall’Ue – dicono i deputati del M5S della Commissione Trasporti – con i mercati finanziari in pieno subbuglio, ha fatto desistere il Governo Renzi da una scellerata operazione che abbiamo contrastato fin dall’inizio sia perché del tutto inutile ai fini della riduzione del nostro debito pubblico sia perché pericolosa per la stessa sicurezza nazionale visto che controlla il traffico aereo sul territorio nazionale. Il Governo – concludono – faccia dietrofront e ritiri Enav dal mercato azionario”.