venerdì, 29 Marzo 2024

Il turismo enogastronomico leva per ripartenza post-covid

L’interesse verso il turismo enogastronomico è aumentato in Italia, anche durante la pandemia. Se prima del Covid era importante nella scelta della meta di viaggio per il 59%, nel 2021 siamo arrivati al 71% e riguarda tutte le generazioni. Il 55% degli italiani ha fatto almeno un viaggio con motivazione enogastronomica negli ultimi 3 anni (nel 2019 il 45%, nel 2016 il 21%). Lo ha annunciato la presidente dell’Associazione Italiana Turismo Enogastronomico, Roberta Garibaldi, alla presentazione al Senato del Rapporto sul Turismo enogastronomico in Italia 2021 alla presenza del ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, e del sottosegretario all’Agricoltura, Gianmarco Centinaio.

Oltre a degustare i cibi e il vino, si è interessati alla cultura enogastronomica sia quando si è in vacanza sia riguardo al proprio luogo di residenza. Il 70% degli italiani vorrebbe conoscere di più dell’enogastronomia del proprio paese e, nell’ottica delle limitazioni di questo periodo, è un dato molto importante. Dal report emerge che Sicilia, Emilia Romagna e Campania tra le regioni e Napoli, Bologna e Palermo tra le città sono in testa alle mete più desiderate per il turismo enogastronomico in Italia. A livello internazionale troviamo Francia, Spagna e Grecia e come città Parigi, Barcellona e Madrid. Dagli ulivi in Liguria alle prelibatezze dell’Etna e Taormina: un altro dato interessante è l’abbinamento del viaggio di gusto con il mare. Molto apprezzate e in crescita anche le strutture tematizzate come alberghi, relais e glamping a tema vino, ulivi e cibi vari. Il 57% degli italiani ritiene interessante anche svolgere eventi business e di formazione all’interno di luoghi legati al cibo come le cantine.

“Secondo studi recenti di Ernst & Young 2 italiani su 3 non vedono l’ora di tornare a viaggiare ma credo sia un dato sottostimato. il presidente Draghi è stato chiarissimo: l’Italia aperta e l’industria del turismo ha riacceso i motori ed è pronta a ripartire anche per il mercato mondiale. Da questo studio scopriamo che uno dei punti di forza è l’enogastronomia. Abbiamo la possibilità di ripartire velocemente”, ha detto il ministro del turismo Massimo Garavaglia. “Il piano per l’enogastronomia ce l’ha la Giamaica e il Senegal, se ce l’avessimo anche noi saremmo ancora più veloci. Lavoreremo con Centinaio all’Agricoltura e con Franceschini alla Cultura. Il ministro ha poi ricordato come anche dal G20 del turismo di qualche giorno fa siano emersi 7 punti chiave da sviluppare perfettamente in linea con il mood del turismo enogastronomico.

“L’enogastronomia permette anche agli italiani di conoscere meglio il proprio territorio e anche agli stranieri di amare il nostro Paese. E’ in forte crescita assieme a tipi di turismo come il bike tourism e quello culturale e balneare. Tante sono le iniziative della nostra Agenzia in questo senso, non ultima la Settimana della cucina italiana nel mondo”, ha commentato il presidente dell’Enit Giorgio Palmucci che si è detto ottimista perchè “questa ripartenza del turismo, come ha detto il ministro Garavaglia, ci sarà e molto presto, aiuterà la ripresa e dobbiamo prepararci. Stiamo vedendo che la campagna vaccinale si sta velocizzando in tutta Italia e ci permetterà di accogliere con maggior sicurezza i turisti che verranno nel nostro Paese. Siamo ottimisti anche sul fatto che le regole a livello Ue renderanno più facile l’accesso nel nostro territorio”.

“Come Unwto abbiamo appena lanciato un enorme programma di turismo per lo sviluppo rurale a livello mondiale che comprende anche il turismo enogastronomico ma non solo. Ricordo che a livello mondiale la motivazione principale al viaggio non è la cultura ma l’enogastronomia, è una leva incredibile specialmente in un paese come l’Italia. Alle Nazioni Unite non vediamo l’ora che l’Italia diventi protagonista anche di questo settore e del turismo rurale”, ha concluso Alessandra Priante, direttore Europa dell’Unwto.

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