La Cina chiude le frontiere contro il rischio del contagio di ritorno del Covid-19. E lo fa con una doppia mossa coordinata: la sospensione temporanea degli ingressi di tutti gli stranieri in possesso di un visto o del permesso di residenza, a partire dal 28 marzo e “fino a nuove comunicazioni”, e la drastica riduzione dei voli internazionali. L’annuncio del ministero degli Esteri sui visti è maturato a sorpresa, quando il summit speciale del G20 sul contrasto della pandemia del coronavirus si era da poco concluso e il presidente Xi Jinping aveva potuto presentarsi con la prova di un Paese capace di azzerare i nuovi contagi in due mesi, quando Europa e Usa sono in grande difficoltà. Bloccate, secondo una nota del ministero, anche le forme di ingresso temporaneo, tra cui quelle di 24-72-144 ore, mentre sono esclusi specifici casi come i diplomatici e gli ingressi di cortesia. I nuovi visti emessi dopo il 28 marzo non saranno interessati, prevedendosi modalità più stringenti di rilascio.
Poco prima della stretta agli stranieri, la Civil Aviation Administration of China (Caac), l’authority sui voli civili, ha disposto che le compagnie domestiche mantengano un collegamento soltanto per ogni singolo Paese con frequenza settimanale. E lo stesso è previsto per i vettori stranieri con la Cina: un solo volo operato su base settimanale. Un provvedimento con effetto immediato e nuova programmazione dal 29 marzo, preso sulle indicazioni dalla task force guidata dal premier Li Keqiang sulla prevenzione e sul controllo della pandemia. L’authority si è riservata di varare in futuro, se necessario, altre riduzioni ai voli internazionali per limitare gli arrivi dei passeggeri.