Dormire in un ryokan è tra le esperienze top: lo dice la Lonely Planet
24 Ottobre 2025, 11:31
BBuckner_lonelyplanet
Un viaggio nel cuore del Giappone più intimo, dove il tempo rallenta e dove si sperimenta il vero senso dell’ospitalità: Lonely Planet ha incluso l’esperienza ‘Dormire in un ryokan’ tra le 25 migliori esperienze da vivere nel 2026, selezionate per la nuova edizione della celebre guida Best in Travel.
La casa editrice ha raccolto in un unico volume 50 proposte di viaggio da vivere il prossimo anno, frutto del lavoro attento dei suoi autori e redattori, impegnati nella continua esplorazione dei cinque continenti. L’edizione 2026 si distingue per una nuova articolazione dei contenuti: 25 luoghi imperdibili e 25 esperienze memorabili, per offrire ai viaggiatori un mosaico ricco, autentico e circostanziato delle destinazioni e attività più interessanti a livello globale. Tra queste, Dormire in un ryokan è stata riconosciuta come una delle esperienze capaci di incarnare al meglio l’anima di un luogo: una porta aperta sulla cultura giapponese più profonda, autentica e raffinata.
“Essere selezionati da Lonely Planet Best in Travel 2026 significa non solo ricevere un riconoscimento prestigioso ma anche entrare nel cuore di migliaia di viaggiatori in cerca di esperienze profondamente radicate nella cultura del luogo. Il ryokan non è solo un posto dove dormire: è testimone attento della cultura giapponese, un palcoscenico di gesti lenti, un’esperienza che riconnette e rigenera”, ha commentato Ken Toyoda, Direttore esecutivo Italia per JNTO, Ente Nazionale del Turismo Giapponese.
Soggiornare in un ryokan – la locanda tradizionale giapponese – non significa soltanto trovare un rifugio per la notte, ma immergersi in un’antica arte dell’accoglienza, frutto di oltre mille anni di storia. Cuore di quest’esperienza è il concetto di omotenashi, ovvero l’ospitalità come gesto disinteressato, sincero, attento, discreto e profondamente umano. Non è solo accogliere: è ricerca dell’armonia, cura, assenza di invadenza, capacità di prevedere e intuire le esigenze e la sensibilità altrui.
“La cultura giapponese attribuisce grandissimo valore all’accoglienza. Omotenashi è sforzarsi al massimo di far sentire qualcuno benvenuto, anticipandone le necessità con cuore sincero, senza aspettarsi qualcosa in cambio. È molto più della semplice ospitalità: è trasformare in gesti sentimenti genuini. Anche la discrezione è importante: compiere gesti premurosi senza vantarsene. Ma l’omotenashi non è a senso unico. L’obiettivo non è mettere una persona al servizio di un’altra, ma creare un senso di armonia da cui tutti traggano piacere e beneficio. È un modo per entrare in comunione con il prossimo”, ha commentato Ken Toyoda, Direttore esecutivo Italia per JNTO, Ente Nazionale del Turismo Giapponese.
Nei ryokan, ogni dettaglio è pensato per offrire equilibrio, armonia e contemplazione: dal design delle stanze con pavimenti in tatami e porte scorrevoli, alla cucina stagionale fino all’esperienza rigenerante degli onsen – le vasche termali naturali, spesso all’aperto, immerse in contesti paesaggistici di struggente bellezza.
Che si scelga una locanda nascosta tra i boschi di montagna o una struttura storica lungo le antiche vie dei pellegrinaggi, dormire in un ryokan rappresenta un equilibrio tra semplicità, sacro e quotidiano, tradizione e benessere. Un esempio emblematico è l’onsen ryokan Ginzanso, nella prefettura di Yamagata, dove il contatto diretto con la natura e le sue acque termali diventa un dialogo silenzioso con la terra.