La raccolta di capolavori moderni selezionati dal magnate russo Sergei Schukin (1854-1936), uno dei più grandi collezionisti di tutti i tempi, approda alla Fondation Louis Vuitton di Parigi. “Icone dell’arte moderna. La Collezione Schukin. Museo dell’Ermitage – Museo Puskin” è il titolo dell’esposizione parigina che riunisce oltre 130 opere in 14 sale su quattro piani, tra cui 22 Matisse, 29 Picasso, 12 Gauguin, 8 Cézanne e 8 Monet.
Le opere, che potranno essere ammirate fino al 20 febbraio, celebrano il meglio dell’arte moderna e delle avanguardie. “Schukin aveva un occhio straordinario visto che ha acquistato una collezione incredibile all’epoca in cui alcuni di questi artisti erano appena conosciuti se non addirittura rigettati come Matisse”, ha spiegato Bernard Arnault, presidente del colosso del lusso LVMH e proprietario della Fondazione Vuitton, l’avveniristico edificio di 11mila metri quadri nel cuore del Bois de Boulogne firmato dall’architetto Franck Gehry. La mostra è una sfida non solo logistica e assicurativa, ma anche politica e diplomatica. Basti pensare che il trasferimento delle oltre 130 opere dalla Russia ha necessitato del nulla osta personale di Vladimir Putin.
Il patrimonio artistico di Schukin, che all’epoca acquistò 257 opere per l’equivalente di 15 milioni di euro (oggi anche solo uno di quei quadri supera di gran lunga quel prezzo) fu smembrata durante il regime sovietico ed è ora suddivisa tra l’Ermitage di San Pietroburgo e il Museo Puskin di Mosca. “Per lungo tempo quei quadri vennero censurati dalle mostre e dai cataloghi dei grandi musei russi ha ricordato la curatrice Anne Baldassari – bisognerà aspettare la morte di Stalin alla fine degli anni Cinquanta affinché la collezione Schukin (o ‘Chtchoukine’, come scrivono i francesi) riveda la luce”. Per la mostra alla Fondazione Vuitton Anne Baldassari ha scelto una scenografia minimalista affinché fossero le opere a parlare.