Strage in India, ma sul Boeing c’è un sopravvissuto (video)
13 Giugno 2025, 11:00
C’è un solo sopravvissuto alla sciagura aerea consumatasi in India, dove un Boeing 787-8 Dreamliner di Air India diretto a Londra Gatwick con 242 persone a bordo, si è schiantato in una zona residenziale poco dopo il decollo dallo scalo internazionale di Ahmedabad. Sono morti tutti tranne uno con decine di vittime anche a terra, fino a 310 morti totali secondo Sky New Uk.
La polizia locale ha inizialmente escluso sopravvissuti a bordo del Boeing, oltre ad accreditare un numero imprecisato di vittime fra le persone che si trovavano a terra. Ma in seguito ha confermato il ritrovamento da parte dei soccorritori – prodigatisi in uno scenario infernale di fiamme e detriti, assieme a volontari e gente comune – di almeno un passeggero superstite fra i resti della carlinga (la cui coda non si è disintegrata).
Si tratta del 40enne Vishwash Kumar Ramesh, cittadino britannico d’origini indiane, che era in viaggio con suo fratello e occupava il posto 11A, vicino a una provvidenziale uscita d’emergenza. L’uomo, ferito ma in grado di camminare, è stato portato in condizioni accettabili in ospedale, dove è riuscito a raccontare lo shock d’essersi ritrovato circondato di cadaveri e ha potuto persino telefonare ai familiari a Londra.

“Si è capito che qualcosa non andava a pochissimi secondi dal decollo. Prima un forte rumore, poi lo scoppio, un tonfo, e, in un attimo fiamme tutt’intorno”, ha raccontato il sopravvissuto che è stato già chiamato il “passeggero del miracolo”, ritrovato vivo e cosciente, in grado di parlare anche se col terrore negli occhi.
Dal suo letto dell’ospedale civile di Asarwa, Vishwash, che ha visibili bruciature sul volto, oltre a ferite sul petto e sui piedi, ha ammesso che non riesce a spiegarsi come sia riuscito a salvarsi, dopo l’incredibile scoppio e lo schianto dell’aereo contro un edificio. “Mi sono alzato tra le fiamme e ho cominciato a correre, tra lamiere e corpi senza vita, cercando disperatamente un’uscita”, ha spiegato, mostrando la carta d’imbarco che teneva ancora in tasca.
Il suo era il posto 11A, vicino al portellone di emergenza, e questo può averlo aiutato a sopravvivere. Un posto già diventato una sorta di talismano. “Mi muovevo quasi senza capire, circondato da pezzi dell’aereo. A un certo punto qualcuno mi è venuto incontro nella nuvola di fumo, e mi ha portato in un’ambulanza”, ha ricordato.
Vishwash, che ha la cittadinanza britannica, stava rientrando in Gran Bretagna, dove vive da vent’anni con moglie e figli. Viaggiava in compagnia del fratello Ajay Kumar Ramesh, meno fortunato di lui. “Eravamo tornati in India per una visita brevissima ai nostri parenti. La morte di mio fratello spezzerà il cuore alla nostra famiglia. Ringrazio gli dei per il miracolo che mi ha salvato. Ma anch’io porterò per sempre nel cuore questa tragedia”.
In un breve filmato si vede Vishwash Kumar Ramesh camminare zoppicando leggermente con intorno alcune persone che lo accompagnano verso un’ambulanza. L’uomo è sporco di sangue e tiene in mano quello che sembra uno smartphone mentre si rivolge alla gente accorsa visibilmente sotto shock.
L’incidente è l’ultimo di una catena maledetta per il colosso americano dell’aeronautica, ma il primo mortale di un Dreamliner, orgoglio della flotta dei moderni velivoli a lunga percorrenza che dal 2011 in poi hanno sostituito i gloriosi Jumbo 747.