Ha concluso il proprio iter il decreto del presidente del consiglio dei ministri, che disciplina le condizioni di esercizio dei Condhotel. La legge stabilisce che i Condhotel sono esercizi alberghieri composti da una o più unità immobiliari ubicate nello stesso comune o da parti di esse, che forniscono alloggio, servizi accessori ed eventualmente vitto, in camere destinate alla ricettività e, in forma integrata e complementare, in unità abitative a destinazione residenziale, dotate di servizio autonomo di cucina.
“La formula del condohotel – sottolinea il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, esprimendo apprezzamento – genera vantaggi a 360 gradi: l’albergatore, grazie alla vendita di una parte dell’immobile, reperisce le risorse per riqualificare la struttura, che mantiene un assetto unitario; chi compra uno degli appartamenti può affidarne la gestione all’albergo (eventualmente riservandosene la disponibilità in alcuni periodi), realizzando un conveniente investimento; il cliente può usufruire di un nuovo tipo di offerta, senza rinunciare ai vantaggi ed ai servizi tipici del pernottamento in albergo”.
Bocca evidenzia anche la peculiarità del modello italiano: “Il condhotel può nascere sia dalla trasformazione in appartamenti di una porzione di un albergo esistente (non più del 40% della superficie) sia dall’aggregazione ad un hotel di un certo numero di appartamenti ubicati nelle immediate vicinanze (200 metri lineari). Confidiamo che questa seconda modalità – prosegue Bocca – agevoli la bonifica del mercato delle locazioni brevi, sin qui caratterizzato dal dilagare di un’offerta improvvisata e non di rado irregolare. Il nuovo istituto può infatti risultare utile anche per chi desidera affittare il proprio appartamento ai turisti operando nel rispetto delle regole: gli immobili potranno essere affidati ad imprese alberghiere che li gestiranno in modo professionale, curando i vari adempimenti nel rispetto dei diritti dei consumatori, dei lavoratori e dei cittadini, dell’ordine pubblico e dell’equilibrio del tessuto urbano. La palla passa ora alle Regioni – conclude Bocca – che ci auguriamo provvedano celermente alla adozione dei provvedimenti di propria competenza, per rendere lo strumento pienamente operativo”.