sabato, 20 Aprile 2024

A rischio oltre un terzo delle aree naturali Unesco, ok l’Etna

Bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto per i siti naturali definiti dall’Unesco patrimonio dell’umanità. Poco meno di due terzi – e tra questi anche quelli in territorio italiano – sono in buone condizioni o quanto meno non preoccupanti. Il 37% è invece definito in grave pericolo.

L’analisi – intitolata IUCN World Heritage Outlook e pubblicata in occasione del Congresso Mondiale dei Parchi svoltosi a Sydney – è la prima valutazione globale dello “stato di salute” dei 228 siti. Dal rapporto risulta che il 63% delle aree naturali sono “ben conservate”, mentre tante altre sono sottoposte a molte minacce che potrebbero distruggere il proprio valore naturale a causa di specie invasive, del bracconaggio e soprattutto del cambiamento climatico.         

In termini numerici è stato rilevato che il 21% dei siti ha una “buona prospettiva di conservazione” ed il 42% viene classificato come in “buono stato con alcune preoccupazioni”. Nella prima categoria figura l’Etna (oltre al Monte San Giorgio, le cui pendici toccano l’Italia, ma il cui patrimonio paleontologico si trova interamente in Svizzera) e nella seconda sono stati inseriti sia le Dolomiti che le Isole Eolie.

Tuttavia il 29% dei siti naturali viene descritto “con preoccupazioni significative” e l’8% valutato addirittura in “pericolo critico” e con “necessità di urgenti azioni”. Molti dei tesori naturali a rischio si trovano in Africa, primi fra tutti il Parco Nazionale del Virunga, dove vive circa la metà dei gorilla di montagna restanti al mondo, ed il Parco Nazionale del Serengeti in Tanzania. Tra gli altri luoghi che suscitano non poche preoccupazioni la Grande Barriera Corallina in Australia, il parco nazionale delle Everglades in Florida, Machu Picchu in Perù e il Parco Nazionale di Sundarbans in India,che ospita una popolazione di tigri in via di estinzione.

In Europa, benché turismo e inquinamento delle acque siano considerati la principale causa dei problemi, nessuno sito viene comunque considerato in “pericolo critico”. 

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