giovedì, 2 Maggio 2024

Alitalia, le Banche chiedono proroga a Bruxelles e l’aggiornamento del Piano industriale

Dubbi sulla ricapitalizzazione anche per il mancato accordo Deutsche Bank e Banca Intesa

Crescono le incertezze sul ruolo
delle banche per il previsto aumento di capitale Alitalia
necessario ad assicurare anche, secondo le richieste Ue, la
discesa al 49% della quota dello Stato nel capitale della
compagnia di bandiera. Mentre, secondo quanto si apprende da
fonti finanziarie, si profila comunque uno slittamento
dell’operazione.
Deutsche Bank e Banca Intesa, gli istituti che si dovrebbero
impegnare nel consorzio di garanzia chiamato ad assorbire la
parte di azioni rimaste inoptate, hanno chiesto alla societa’ –
secondo le stesse fonti – di ottenere una proroga dalla Ue,
rispetto al termine dell’8 ottobre fissato per la
privatizzazione. Una proroga che appare comunque difficile da
evitare visto che sembrano profilarsi tempi un po’ lunghi
soprattutto a causa di una delle principali condizioni poste
dalle banche alla compagnia: un nuovo aggiornamento del piano
industriale che, nelle valutazioni economiche, tenga conto anche
dell’impennata del petrolio avvenuta rispetto al piano triennale
2005-2008 rielaborato a meta’ aprile. Resta comunque da sciogliere un
nodo ulteriore, che riguarda le difficolta’ nelle trattative su
come gestire l’operazione tra Deutsche Bank e Banca Intesa.
L’istituto guidato da Corrado Passera chiederebbe una parita’ di
ruoli, mentre la banca tedesca vanterebbe maggiori poteri alla
luce del fatto di esser scesa per prima in campo al fianco
dell’ad Alitalia Giancarlo Cimoli.
Su queste schermaglie ci puo’ pero’ essere uno snodo
fondamentale della partita. Banca Intesa non ha ancora assunto
alcun impegno nell’operazione, come ribadito del resto dalla
stessa Alitalia all’inzio della settimana. Mentre, secondo
quanto si apprende da fonti finanziarie, la lettera di intenti
siglata da Deutsche Bank il 19 aprile con l’impegno a
sottoscrivere un contratto di garanzia del buon esito
dell’aumento e’ condizionato alla presenza di un’altra primaria
banca italiana. In sostanza, se si dovesse sfilare Banca Intesa,
si potrebbe chiamar fuori anche Deutsche Bank.
Un po’ di chiarezza almeno su quest’ultimo punto verra’ fatta
se a breve le due banche firmeranno almeno una lettera di
intenti con Alitalia. Si trattera’ comunque di un’intesa
condizionata a tutta una serie di fattori, tra i quali oltre al
nuove piano industriale si chiedono, secondo la prassi, garanzie
sul buon accoglimento ricapitalizzazione sul mercato.
Alle banche non sfugge poi l’importanza della verifica in
atto dei rapporti della societa’ con i sindacati.

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