Dal Kilimangiaro in Africa alle barriere coralline di Aldabra nell’Oceano Indiano: le meraviglie naturali del mondo sono sempre più a rischio a causa dei mutamenti del clima. L’allarme arriva dall’Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn) nel suo ultimo rapporto sulle minacce ai siti naturali Patrimonio dell’umanità. In tre anni i siti considerati sotto scacco sono quasi raddoppiati, passando da 35 a 62. Presentato a Bonn, dove è in corso la Conferenza Onu sul clima (Cop23), il rapporto punta il dito principalmente sul cambiamento climatico. Per gli esperti è la minaccia maggiore a causa dei suoi innumerevoli effetti che spaziano dallo sbiancamento dei coralli alla perdita di ghiacci. L’analisi indica che c’è “significativa preoccupazione” per il 29% dei siti naturali patrimonio mondiale, mentre il 7% ha una valutazione “critica”. Tra questi ci sono il Parco nazionale delle Everglades negli Usa e il lago di Turkana in Kenya. Tra i siti italiani, l’Etna figura tra quelli in buono stato, mentre le Eolie e le Dolomiti hanno “alcune preoccupazioni”.
Ma oltre al clima ci sono anche altre minacce, da non sottovalutare: specie invasive, turismo non sostenibile, aumento delle infrastrutture.