domenica, 22 Dicembre 2024

Diste-Fondazione Curella, al Sud è la Calabria la più dinamica

La Sicilia risale dal penultimo al terzo posto

E’ la Calabria la regione che, più di ogni altra del Sud, ha reagito ai venti di crisi del primo semestre 2003. Con un balzo di 11 punti nell’indice di dinamismo ha agguantato il primo posto della particolare graduatoria elaborata da Diste-Fondazione Curella passando, con gli attuali 22 punti dal quinto (11 punti) al primo posto. L’indice, calcolato tenendo conto di variabili economiche (occupazione, investimenti, export e natimortalità imprese) e settoriali (agricoltura, industria, costruzioni, commercio e turismo), misura l’andamento congiunturale delle singole regioni del sud e può avere una variabilità da +100 a -100. A determinare lo scatto della Calabria, in modo particolare l’export (+6,3%), occupazione (+0.6% pari a + 4.000 unità), crescita imprese (+2.017). Rallenta l’industria, stabili le costruzioni e commercio, decisamente positivo il turismo con un incremento dell’8,2% delle presenze. Resta ancora ai vertici la Sardegna che passa dal primo posto di sei mesi fa al secondo, totalizzando 19 punti con una variazione positiva di 5 punti rispetto al semestre precedente. Da segnalare, per quest’ultima, l’exploit dell’export che ha registrato un incremento pari al 16,2% decisamente in controtendenza alla contrazione registrata nel Mezzogiorno (-8,2%). Tale performance è attribuibile prevalentemente ai prodotti chimici (+13,6%). Si muove l’occupazione (+0,5% pari a +3.000 unità), ma anche le Costruzioni ed il turismo (anche se con minor slancio rispetto al semestre precedente). Dal penultimo posto della precedente graduatoria arriva all’attuale terzo posto la Sicilia (con 6 punti rispetto allo zero precedente). Da registrare la particolare dinamica della natimortalità delle imprese siciliane che, nell’ultimo semestre, hanno fatto registrare un +2.762. Arretrano:occupazione, investimenti ed export. Migliora l’agricoltura. Pressoché stazionari gli altri settori. Perde 8 punti l’Abruzzo e scende dal terzo al quarto posto registrando una fase di rallentamento dell’economia tranne che per alcuni comparti legati al manifatturiero, all’export ed ai processi di rinnovamento del comparto della pubblica amministrazione. Deludente l’andamento del settore agricolo soprattutto per le coltivazioni industriali (-97%). Positivo il turismo (+3,1%). In territorio decisamente negativo si collocano Puglia (-17 punti), Campania (-19), Molise (-22) e Basilicata (-31), rispettivamente al quinto, sesto, settimo e ottavo posto della graduatoria. Il tonfo maggiore lo ha avuto la Basilicata con -39 punti rispetto al semestre precedente passando dal sesto posto del II semestre 2002 (quando con 6 punti si manteneva ancora in territorio positivo) all’ultimo posto con -31 punti. Da registrare la flessione dell’export (-14,7%), la sostanziale stasi dell’occupazione, il ridimensionamento della crescita della base imprenditoriale -27%), l’andamento negativo dell’agricoltura (coltivazioni industriali -99,6%), produzione industriale -0,4% (quest’ultima più contenuta rispetto alla media sud), commercio. In controtendenza il turismo con +1,8%. Crolla di 28 punti la Puglia che passa da +11 a -17 e prosegue la sua fase di rallentamento delle principali variabili congiunturali: export -11,6%, occupazione -1%, agricoltura, produzione industriale -5,3%, turismo -2,4%. Perdita consistente di 33 punti della Campania che passa dal secondo posto della scorsa graduatoria al sesto. Ad involvere la situazione campana hanno contribuito: export -13,1% (superiore alla media sud -8,2%), investimenti, industria, turismo (-0,9%). Nonostante la fase di rallentamento dell’economia l’occupazione, però, ha registrato un aumento dello 0,4% (+7.000 unità). Di 19 punti la variazione negativa del Molise che, tuttavia, più per demeriti altrui che per meriti propri, passa dall’ultimo al penultimo posto. Stazionari o negativi tutti gli indici ed i settori tranne il turismo dove è da segnalare uno dei più forti incrementi del Sud, assieme a quello della Calabria (+12%). “Si conferma”, afferma il presidente della Fondazione Curella, l’economista Pietro Busetta, “la fase negativa che sta scontando il Mezzogiorno e che si risente soprattutto in quelle regioni il cui tessuto produttivo è più esposto alla concorrenza esterna. In generale, nei primi sei mesi dell’anno, i consumi sono risultati cadenti, così come calano produzione e, per la prima volta dopo diversi anni, anche l’occupazione. Preoccupante la stasi degli investimenti in impianti e macchinari, così come la caduta dell’export, registrata anche in settori di punta quali quelli dell’hi-tech, in cui, al contrario, il Mezzogiorno avrebbe tutte le carte in regola, per accrescere le proprie quote di mercato”.

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