venerdì, 15 Novembre 2024

Dal 4 maggio più spostamenti in Italia, ma è rebus viaggi Regioni

Aumentano, ma non troppo. Non ci sarà il sold out e nemmeno l’assalto ai treni della notte tra il 7 e l’8 marzo, vigilia del lockdown, ma da lunedì 4 maggio più persone si sposteranno. Rigorosamente distanziate, con le mascherine e anche tra una regione e l’altra. Effetto fase 2. Lo dice il boom di biglietti venduti per la prossima settimana da Trenitalia (che da oggi aggiunge 4 Frecce tra Torino, Milano e Napoli), riguarderà in parte gli aerei, mentre parecchie compagnie di autobus sono ‘fuori gioco’ ancora per un po’. E’ la mappa degli spostamenti in Italia con i primi spiragli di libertà concessi dall’ultimo decreto firmato dal premier Conte.

A rimettersi in viaggio saranno quasi 3 milioni di italiani, è la stima del ministro dei Trasporti Paola De Micheli. Probabilmente, operai del sud che tornano nelle fabbriche del nord che riaprono, impiegati di nuovo in ufficio dopo lo smartworking forzato o altri lavoratori della ripresa. A loro potrebbe aggiungersi chi rientra nella città di residenza o dove ha il domicilio. Ad esempio universitari fuorisede o lavoratori in stand-by perché le attività sono ancora chiuse.

E’ una delle novità del decreto, che all’articolo 1 apre a questa possibilità scrivendo “è in ogni caso consentito il rientro” (da lunedì si potrà aggiungere alle motivazioni legittime sull’autocertificazione). Ma la norma non specifica se vale anche tra regioni diverse, mentre nello stesso comma ribadisce il ‘no’ ai viaggi fuori regione, a parte tre eccezioni (motivi di lavoro dimostrabili, di salute e di urgenza). Da qui l’ambiguità. Sotto il profilo giuridico l’espressione ‘in ogni caso’ comporta un’interpretazione ampia, che equivale a ‘tutti i casi’. Sabato scorso a domanda specifica Conte aveva risposto: “Lo consentiamo in ogni caso, perché ci siamo resi conto che ci sono situazioni in cui persone sono rimaste bloccate e in difficoltà”. In attesa dei chiarimenti del governo e della circolare del Viminale ai prefetti, i dubbi restano.

Nel frattempo in tanti hanno comprato biglietti per viaggiare in treno, da lunedì. Per Trenitalia l’aumento è evidente rispetto ai giorni precedenti. Ad esempio lunedì da Milano a Napoli, al momento ci sono ancora posti su due Frecce delle tre complessive. Quella delle 10.25 non è più disponibile, perché al completo. Idem per le tratte Bologna-Napoli e viceversa. Del resto ora sui treni la capienza è dimezzata, per tenere le distanze, e sull’offerta incide. Conta pure l’assenza di Italo, che ha ridotto all’osso i collegamenti e riprenderà a viaggiare il 17 maggio. Stessa data per Flixbus, la compagnia di bus low cost che ha allungato lo stop di altre settimane. A ranghi ridotti ma in servizio Alitalia, come previsto dalle norme, specie verso le isole ‘blindate’. La prossima settimana non ci sono più biglietti da Milano a Napoli ma per la compagnia è l’effetto incrociato dell’applicazione dei limiti, per cui la capienza si riduce al 40%, e le prenotazioni precedenti. Risultato, l’aereo si riempie subito e i voli spariscono.

Il governatore della Campania Vincenzo De Luca, “fortemente preoccupato” per il “previsto esodo”, ha telefonato al ministro Lamorgese: “il Governo ribadisca che gli arrivi da altre regioni devono essere motivati da ragioni di lavoro o sanitarie e autocertificati. Dal canto nostro, rimarrà fermo l’obbligo per chiunque venga da fuori regione di segnalare alla Asl di competenza il proprio arrivo, così da procedere a controlli nei 15 giorni successivi”. Nello Musumeci, governatore siciliano, ha invece parlato col ministro dei Trasporti chiedendo di “mantenere inalterate le norme per l’accesso in Sicilia. Se oggi l’Isola può contare sul più basso numero di contagi lo si deve anche alla forte limitazione degli arrivi”.

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