Alitalia rischia di perdere la guerra col treno sulla Roma-Milano. Con i nuovi convogli ad alta velocità capaci di scendere sotto le due ore e mezzo, infatti, la concorrenza diventerà "quasi insostenibile", ha ammesso l'amministratore delegato Andrea Ragnetti, che ha comunque sfoderato un cauto ottimismo: l'azienda è "viva e nuova" e nonostante il 2013 si prospetti "molto difficile" i target per i prossimi due anni restano confermati.
L'occasione per parlare delle prospettive della compagnia è stato l'ultimo volo dell'MD80 (McDonnell Douglas MD-80, soprannominato Mad Dog, 'Cane pazzo'), l'aereo che ha fatto la storia dell'Alitalia e dell'aviazione commerciale italiana e che, dopo 28 anni, esce dalla flotta.
"Alitalia è una grande azienda che negli ultimi anni si era un po' persa ed ora dopo quattro anni di duro lavoro è tornata di primordine", ha sottolineato Ragnetti, che si aspetta un quarto trimestre migliore di quello dello scorso anno e un "trend molto positivo" per il 2012 nonostante l'anno difficile. E difficile sarà anche il 2013, soprattutto i primi sei mesi: ma gli obiettivi restano confermati, utile operativo l'anno prossimo e utile netto nel 2014. Nessuna novità in vista inoltre, per l'assetto azionario: l'ultimo cda, tre giorni fa, non ha affrontato l'argomento e a decidere saranno gli azionisti", ha detto Ragnetti ("quello che succederà a gennaio lo decideranno loro; noi facciamo il nostro lavoro di gestori").
Tra le sfide che la compagnia dovrà affrontare nell'immediato intanto c'é quella con il treno sulla Roma-Milano. "La battaglia con il treno non è persa ma diventa sempre più difficile", ha ammesso Ragnetti. "Con l'incremento della velocità del treno sotto le due ore e mezza la concorrenza diventa quasi insostenibile: siamo ancora in grado di gestirla ma fra 4-5 anni la situazione sarà molto peggiore", ha aggiunto Ragnetti pensando probabilmente al nuovo Etr1000, il super treno di Fs, che collegherà Roma e Milano in due ore e mezza e arriverà sui binari tra fine 2014 e inizio 2015.
"In un anno il mercato ferroviario ad alta velocità è cresciuto complessivamente del 10-15% e i treni sono riusciti "per la prima volta dal dopoguerra a sottrarre traffico al mezzo privato", ha detto l'ad di Ntv Giuseppe Sciarrone, ricordando che la concorrenza ha permesso di abbassare i prezzi del 30%.