sabato, 27 Aprile 2024

Aumento addizionale comunale? il no delle low cost

“Esprimiamo stupore e disappunto per il testo della legge di bilancio trasmesso alle camere che aprirebbe la strada ad ulteriori incrementi della tassa addizionale comunale applicabile ai passeggeri in partenza dagli aeroporti italiani, fino a tre euro”. Così Alessandro Fonti, presidente di Aicalf, l’associazione italiana delle compagnie aeree low cost.
“Le recenti interlocuzioni con i rappresentanti delle istituzioni e le dichiarazioni di autorevoli esponenti di questo governo in merito ai prezzi dei voli ci avevano fatto sperare in provvedimenti in un senso diametralmente opposto, ovvero che
questa tassa potesse essere, se non cancellata del tutto, almeno rivista al ribasso”, continua la nota.

“L’Italia è già uno dei paesi con la tassazione più elevata sui biglietti aerei e con questa manovra si aumenterebbe il costo del biglietto per i passeggeri, in netta opposizione con l’obiettivo dichiarato recentemente dal Governo che dichiara di
voler intervenire per ridurre i prezzi dei voli”. “Pensare di ripianare i disavanzi di alcuni comuni aumentando le tasse sui
passeggeri é un errore e sarebbe controproducente”, conclude Fonti.

Nettamente contraria anche la posizione di Ryanair come ha manifestato il CEO Eddie Wilson: “la proposta di consentire un ulteriore aumento dell’addizionale comunale (tassa sul turismo) quasi del 50% avrà conseguenze negative a lungo termine per la connettività e l’industria del turismo in Italia – motivo per cui è stata categoricamente respinta sia dagli aeroporti, sia dalle compagnie aeree. Gli aumenti delle tasse da parte dei comuni hanno già portato Ryanair a rimuovere un aereo basato (investimento di 100 milioni di dollari) e a cancellare/ridurre le frequenze su 12 rotte da/per l’aeroporto Marco Polo di Venezia. Se questa misura regressiva verrà messa in atto, saremo costretti a rivedere la nostra capacità sull’Italia per la prossima estate. Purtroppo, i cittadini saranno i soggetti più colpiti, poiché una capacità ridotta significherà inevitabilmente tariffe più alte e meno scelta”.

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