martedì, 19 Novembre 2024

Boeing nei guai, lascia pure il ceo Dave Calhoun

Rivoluzione ai vertici di Boeing. L’amministratore delegato, Dave Calhoun, ha annunciato la sua uscita alla fine del 2024. A dire addio sono anche il responsabile della divisione aerei commerciali, Stan Deal, e il presidente del consiglio di amministrazione, Larry Kellner. A dare lo scossone all’assetto di Boeing l’incidente del 5 gennaio scorso al volo dell’Alaska Airlines, quando un portellone dell’aereo saltò in volo. Un clamoroso episodio che ha fatto ripiombare la società in una crisi profonda dopo un 2018 e un 2019 da dimenticare, quando due Boeing Max 8 precipitarono uccidendo quasi 350 persone. Il compito di trovare il sostituto di Calhoun sarà del nuovo presidente del cda, Steve Mollenkopf, proveniente da Qualcomm, società californiana di ricerca e sviluppo nel campo delle telecomunicazioni.

L’incidente di Alaska Airlines ha riacceso i dubbi sulla sicurezza dei Boeing Max e sull’impegno della società sul fronte della sicurezza. Nelle ultime settimane è inoltre emerso che Boeing non ha superato 33 delle 89 verifiche condotte dalla Federal Aviation Administration statunitense, condotte dopo il caso dell’Alaska Airlines.

Quanto accaduto il 5 gennaio è stato un “momento spartiacque per Boeing. Gli occhi del mondo sono puntati su di noi. Sono sicuro che emergeremo da questo momento come una società migliore”, ha detto Calhoun, che ha assunto l’incarico dopo la crisi del 2018 e 2019 per rilanciare la reputazione della società.

Il cambio ai vertici piace a Wall Street, dove i titoli Boeing salgono dell’1,31% in un giornata negativa per i listini americani. Le difficoltà del colosso dell’aviazione si sono fatte sentire sull’industria aerea, con molte compagnie americane costrette a ridurre i loro voli quest’anno a causa dei ritardi di Boeing nelle consegne e del rallentamento della produzione per cercare di risolvere i problemi di qualità. Un calo produttivo che è destinato ad avere un impatto anche sui conti di Boeing, che potrebbe subire un colpo da oltre 4 miliardi nel trimestre in corso, più di quanto inizialmente atteso.

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