L’IBAR – Italian Board Airline Representatives, che rappresenta le principali compagnie aeree nazionali e straniere operanti in Italia, annuncia di aver depositato ricorso al Tar del Lazio contro il Contratto di Programma Enac-AdR.
“Una decisione inevitabile – spiega Umberto Solimeno, presidente IBAR – Abbiamo sempre garantito massima disponibilità per avviare una consultazione seria ed approfondita tra le parti, mirata alla condivisione del piano degli investimenti e delle prospettive di sviluppo dello scalo di Fiumicino, ma non siamo stati interpellati. Come associazione di vettori operanti in Italia rappresentiamo oltre il 70% del trasporto aereo nel nostro Paese e più di 100 milioni di passeggeri, per cui crediamo sia doveroso impugnare il Contratto sui temi a nostro parere più controversi e penalizzanti per il settore”.
Sotto accusa alcuni punti del Contratto di Programma, tra cui la mancanza di una consultazione avviata con i vettori, prevista invece dalla direttiva CE 2009/12; la crescita esponenziale delle tariffe non giustificata e penalizzante per lo sviluppo del traffico sugli scali romani; il mancato utilizzo del margine commerciale a decremento delle tariffe; il costo del capitale fuori da ogni logica di mercato; il pagamento con gli incrementi tariffari del debito contratto dagli azionisti per l’acquisto della società dall’IRI.
“Gli scali romani devono costituire un grande motore per lo sviluppo della Regione e non solo di quella, ed è necessario lavorare in sinergia con l’obiettivo primario di attrarre nuovi investimenti e portare alla creazione di nuovi posti di lavoro – continua Solimeno – Siamo convinti che AdR debba continuare a rappresentare per noi vettori un partner commerciale serio ed affidabile con cui pianificare lo sviluppo delle nostre attività, anche se solo recentemente siamo riusciti ad avviare con Aeroporti di Roma dei colloqui mirati sul tema della qualità dei servizi aeroportuali”.