Non ci sono stati particolari disagi per chi ha viaggiato su treni e aerei in Italia al debutto dell’obbligo del certificato vaccinale sulle tratte a lunga percorrenza. Dall’aeroporto di Fiumicino alla Stazione centrale di Milano passando per quella di Bologna, si sono viste file fluide e controlli scrupolosi, con passeggeri ben disposti o quanto meno rassegnati a viaggiare con il certificato verde, vaccinati o almeno con un tampone negativo. Non lo aveva un quarantenne pakistano a bordo del Frecciabianca Milano-Roma, che è stato fatto scendere a Pavia dalla Polfer, avvisata dalla capotreno. In altre situazioni simili, chi era senza pass è stato fatto spostare nella passerella fra due carrozze, in attesa della prima fermata utile per lasciare il treno, raccontano vari passeggeri osservando che sarebbe più opportuno effettuare i controlli ai tornelli di ingresso prima dei binari, come del resto per ora sta succedendo soprattutto nelle grandi stazioni. Anche perché, nel frattempo, sui treni ad Alta velocità è venuto meno il limite del 50% alla vendita dei posti.
E disagi non ne hanno creati nemmeno le annunciate proteste no vax, che in molti casi hanno radunato una manciata di persone davanti alle stazioni. Niente blocco dei treni, praticamente un flop.