Verdetto a sorpresa per il primo processo in Francia su UberPop. Il tribunale di Parigi ha assolto un conducente registrato per offrire il servizio Uber accusato di esercizio abusivo della professione di tassista. “Il trasporto a pagamento di una persona è insufficiente a caratterizzare il reato di esercizio della professione di tassista senza autorizzazione di stazionamento – argomentano i giudici nella motivazione della sentenza – cosa che presuppone attesa o circolazione sulla pubblica via in cerca di clientela”.
La definizione legale della professione, proseguono, non riguarda infatti “qualsiasi tipo di attività di trasporto individuale”, ma prevede alcune pratiche specifiche, tra cui appunto quella della circolazione ‘a vuoto’ in cerca di clienti tra una corsa e l’altra.
L’accusato, invece, nelle due occasioni in cui era stato fermato dalla polizia stava trasportando persone che “avevano prenotato la sua vettura tramite utilizzo dell’applicazione UberPop”, cosa che non viola la legge francese.
Soddisfazione dai vertici di Uber France, secondo cui il verdetto “ci conforta enormemente”, perché “ci sono tutti i segnali perché faccia giurisprudenza” nella controversa diatriba sui nuovi servizi di noleggio auto e trasporto passeggeri tra privati.
I tassisti, invece, sono infuriati. Si teme che la decisione faccia “pensare che si possa esercitare un’attività in totale clandestinità, senza pagare oneri e imposte, evitando qualsiasi vincolo professionale”.