lunedì, 23 Dicembre 2024

Stop a file e disagi al gate, Iata presenta checkpoint del futuro

Un tunnel in cui è possibile controllare pax, documento e bagaglio

Basta code e disagi prima dell'imbarco in aereo, controlli corporali, obbligo di togliere giacche, cinture o scarpe o svuotare la valigia. Il futuro è un tunnel che evita perdite di tempo e consente la verifica del passaporto, della persona che vi cammina e del suo bagaglio a mano. E se viene rilevato qualcosa di sospetto scatta un allarme. E' il 'checkpoint del futuro', un progetto della Iata, il cui modello è stato presentato a Singapore in occasione della 67/a assemblea annuale con l'obiettivo di rafforzare la sicurezza riducendo code e controlli 'intrusivi'. 
"Spendiamo 7,4 miliardi di dollari l'anno per mantenere sicura l'aviazione – ha detto Giovanni Bisignani, direttore generale della Iata – ma i nostri passeggeri vedono solo problemi quando invece dovrebbero poter arrivare al gate d'imbarco con dignità. Dobbiamo fare investimenti coordinati per volare in modo civile. Il checkpoint di oggi è stato progettato quattro decenni fa, per bloccare i dirottatori che trasportavano armi in metallo. Abbiamo bisogno di passare da un sistema che cerca oggetti offensivi a uno che può trovare persone pericolose. Alcune tecnologie devono ancora essere sviluppate, ma anche proponendo ciò che abbiamo oggi potremmo assistere a grandi cambiamenti nel giro di due o tre anni".
Il checkpoint del futuro mette fine al passaggio individuale. I passeggeri vengono indirizzati verso uno di tre tunnel: 'viaggiatore noto', 'normale', e 'sicurezza rafforzata', suggerito da un identificatore biometrico nel passaporto (chip) o altro documento di viaggio che fa scattare i risultati di una valutazione dei rischi condotta dal governo prima che il passeggero arrivi in aeroporto. La tecnologia è in via di sviluppo e il processo di sicurezza potrebbe essere combinato alla dogana in uscita e alle procedure di immigrazione, semplificando ulteriormente l'esperienza dei passeggeri. Attraverso l'Icao, 19 governi, compresi gli Stati Uniti, stanno lavorando per definire gli standard per un checkpoint del futuro.

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