Dopo 48 ore di panico, si avvia verso un lieto fine l’odissea degli italiani rimasti bloccati nel Regno Unito, un effetto collaterale dello stop ai collegamenti imposto domenica come precauzione contro la variante del coronavirus individuata Oltremanica. Ora potranno tornare, perlomeno quelli residenti in Italia e quelli in condizioni di criticità e urgenza. Dovranno però sottoporsi a un doppio tampone, prima e dopo il viaggio, per attestare di essere negativi al virus e comunque dovranno fare la prevista quarantena di 14 giorni una volta atterrati. Esclusi invece quelli che risiedono stabilmente nel Regno Unito e chi pensava solo di visitare le famiglie per Natale e Capodanno.
Una riunione alla Farnesina, dopo una consultazione con i ministeri della Salute e dei Trasporti, è stata decisiva. Sono centinaia gli italiani che negli ultimi due giorni hanno intasato mail e linee telefoniche del consolato italiano a Londra per lamentare di essere rimasti bloccati, per ottenere informazioni e chiedere una soluzione d’emergenza. Ora aspettano solo di capire come si definirà a livello operativo il loro rientro.
Alitalia si è già detta “pronta e disponibile” ad andare a prenderli e spiega di attendere indicazioni da parte del governo o dal ministero degli Esteri. La pressione dei cittadini rimasti bloccati a Londra è arrivata con forza anche attraverso i social media: su Facebook si sono formati diversi gruppi di cittadini per sollecitare il governo. Ma il bacino degli italiani interessati dal blocco, in vigore fino all’Epifania, è stimato essere molto più ampio rispetto a quello più ristretto degli utenti sul gruppo Facebook.
Stando ai dati raccolti fra le compagnie aeree, la sola Alitalia ha cancellato o rinviato le prenotazioni di circa 1.100 passeggeri che avrebbero dovuto volare fra il Regno Unito e l’Italia dal 20 al 31 dicembre. Facendo la stima di una media di passeggeri in partenza verso l’Italia dagli scali britannici nel periodo fino al 6 gennaio, con tutti i vettori operativi su queste rotte (inclusi British, Ryanair, EasyJet o Vueling), a Londra calcolano che le persone bloccate o costrette a rivedere i propri piani potranno essere alla fine più di 15.000.
Poco prima che si sbloccasse la situazione, la Commissione europea aveva raccomandato agli Stati dell’Unione, seppure in maniera del tutto non vincolante, di “agevolare i viaggi essenziali e il transito dei passeggeri”, caldeggiando un “approccio coordinato alle misure di viaggio e trasporto”, a fronte dei blocchi disposti da diversi Paesi. E in serata la Francia ha annunciato la riapertura dei collegamenti con il Regno Unito, previa presentazione di un test Covid negativo.