domenica, 22 Dicembre 2024

Confronto taxi al ministero: resta il nodo Uber 

Riparte il confronto sul futuro di Uber e taxi. Oggi pomeriggio è in programma un incontro al Ministero Attività Produttive con le associazioni sindacali Unica Cgil taxi, Confartigianato, Uri e Uritaxi in attesa del decreto che dovrà fissare la regolamentazione del settore.

Il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, assicura che il “decreto è già pronto” ma che lo presenterà solo dopo la “definitiva approvazione della legge sulla concorrenza che deve essere approvata entro breve”. La necessità di definire un impianto normativo rispecchia “la convinzione che le piattaforme digitali di per sé non sono né la modernità né lo sfruttamento di lavoratori – ha puntualizzato Delrio – bisogna dargli regole per operare in modo corretto e utile ai cittadini”.      Con la convocazione al Mise, le organizzazioni della categoria hanno deciso di cancellare lo sciopero indetto proprio per oggi per protestare contro il ‘decreto Milleproroghe’ e chiedere di fare chiarezza sulle regole del settore.

Ma il confronto con il governo si riapre a poche ore dall’ultima bagarre innescata, venerdì scorso, dal tribunale di Roma che ha sancito la rivincita di Uber e messo i tassisti di nuovo sul piede di guerra. Il tribunale ha infatti respinto il ricorso dei tassisti e deciso di ‘sbloccare’ i servizi Uber Black, gli unici operativi in Italia e che prevedono autisti professionisti, revocando l’ordinanza con la quale il 7 aprile scorso ne aveva disposto lo stop su tutto il territorio nazionale. In realtà il blocco non era mai entrato in vigore dal momento che si era autorizzato il funzionamento della app in attesa della pronuncia definitiva.

Ora, con quest’ultimo pronunciamento, il tribunale ha inteso dare attuazione alla decisione del Parlamento di sospendere per tutto il 2017 alcune norme della legge nazionale che disciplina il settore taxi e noleggio con conducente. La sospensione era stata introdotta nella legge di conversione del decreto Milleproroghe con il cosiddetto emendamento Lanzillotta e aveva scatenato le proteste dei tassisti già lo scorso febbraio.

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