sabato, 20 Aprile 2024

Ue avvia stretta su aiuti di Stato per gli aeroporti

Lanciata consultazione pubblica. Si punta ad adottare nuove norme a inizio 2014

Una 'stretta' per il futuro, che eviti il moltiplicarsi di aeroporti 'doppione' o sottoutilizzati, e un approccio ‘più' realistico' a quella che è la situazione attuale. Questo il senso delle nuove regole sugli aiuti di Stato per gli aeroporti che la Commissione Ue intende adottare a inizio 2014, e su cui oggi ha lanciato una consultazione pubblica. Le nuove norme, che sostituiranno quelle in vigore dal 2005, tengono conto della profonda trasformazione subita dal settore aereo negli ultimi dieci anni, che ha visto il moltiplicarsi degli aeroporti regionali, il congestionamento dei grandi centri e l'affermarsi delle compagnie low cost. In particolare verranno autorizzati per un periodo transitorio di 10 anni gli aiuti al funzionamento degli aeroporti, che dovranno però progressivamente diminuire.
Saranno inoltre autorizzati anche gli aiuti per il lancio di nuove rotte, ma fino a 24 mesi e previa presentazione di uno studio economico che ne dimostri il ritorno economico dopo i 2 anni. Infine, l'ok a finanziamenti pubblici per la costruzione di nuovi aeroporti potrà arrivare solo se sarà dimostrata la necessità della nuova infrastruttura, sia in termini di traffico e domanda esistente, sia in relazione alla mancanza di altri collegamenti. In ogni caso verranno fissati dei tetti massimi di aiuti consentiti, calibrati sulle dimensioni dell'aeroporto (più alti per quelli sotto i 3 milioni di passeggeri annui, meno per quelli tra i 3 e i 5, vietati per quelli sopra i 5).
Le nuove linee guida saranno utilizzate retroattivamente per quelle procedure d'infrazione già aperte. Sono attualmente 61 i casi di aiuti illegali al vaglio di Bruxelles, tra cui gli aeroporti di Verona, Reggio Calabria, Trapani e gli scali sardi. Critiche da parte dell'Assemblea delle regioni europee (Aer) e Aci Europe, che hanno denunciato le "dure conseguenze" per lo sviluppo regionale, mentre per  Transport&Environment sono regole che "non vanno abbastanza lontano" nel mettere un freno a "aeroporti regionali non redditizi e compagnie low cost".

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