35 milioni di presenze sotto l’ombrellone degli stabilimenti balneari. Un dato confortante, quello che emerge da un’indagine di Cna Turismo, rispetto all’andamento molto negativo di giugno e luglio. E può rappresentare – sperano gli operatori – il primo passo del lungo cammino verso l’auspicata ripresa del turismo. Un dato che lascia sperare in qualcosa di buono anche a settembre, condizioni meteorologiche e sanitarie permettendo.
Dall’indagine di Cna Turismo emerge che la palma di regione dalle spiagge più ambite è stata la Puglia. Gallipoli e tutto il Salento, le Isole Tremiti, Vieste le località pugliesi più gettonate. Dietro la Puglia, Toscana ed Emilia-Romagna. In Toscana le località più frequentate sono risultate Viareggio, Forte dei Marmi, l’Isola d’Elba e Punta Ala. In Emilia-Romagna: Rimini, Riccione, Milano Marittima, Cervia, i lidi ferraresi. A ridosso del trio di testa si piazzano Sardegna, Lazio e Campania. Purtroppo il successo della Sardegna è stato minato dal comportamento sconsiderato di una minoranza molto limitata di turisti, non locali, disattenti alle regole. Al contrario, il rispetto delle regole ha contribuito a determinare quasi dappertutto il successo delle spiagge nazionali. La graduatoria scorre con Marche, Veneto, Calabria, Sicilia, Liguria, Friuli-Venezia Giulia, Abruzzo, Basilicata e Molise. In alcune località si è rilevata anche una forte presenza di turisti stranieri. È il caso di Jesolo, in Veneto, dove il riscontro è stato nel complesso da tutto esaurito, o quasi. E dove a fare la differenza sono stati proprio i turisti stranieri (di lingua tedesca in particolare) che hanno sfiorato il 50% dei villeggianti.
Il turismo balneare non si è sottratto alla tendenza principe dell’estate 2020: la vacanza è breve e di prossimità. L’emergenza sanitaria, inoltre, ha spinto molti turisti a preferire gli appartamenti alle strutture collettive. E, chi l’aveva a disposizione, ha riaperto una “seconda casa”, pur senza alcuni comfort quali il condizionatore. Dopo anni nei quali l’aveva in pratica dimenticata per mete più ambite, spesso all’estero. Ma a fare la propria parte sono stati anche i bonus turismo. La convinzione che in Italia si potesse tutelare la propria salute più e meglio che all’estero ha, a sua volta, avuto un ruolo importante.