lunedì, 23 Dicembre 2024

Italianway, Celani: serve cabina di regia nazionale per gestire affitti brevi

“Bene che l’emendamento al dl ‘Milleproroghe’ presentato dal PD alla Camera sia stato ritirato, visto che presupponeva che il legislatore nazionale abdicasse al suo ruolo di indirizzo strategico e di vision orientata a far crescere le colonne su cui si regge il PIL Italiano (ed il turismo con il comparto dei cosiddetti affitti brevi che vale circa 2,5 miliardi di euro è una di queste colonne) a vantaggio di sindaci sceriffi, magari sensibili a corporazioni locali, che legifererebbero in maniera difforme uno dall’altro rendendo impossibile a qualsiasi azienda italiana crescere a livello nazionale. Ma ora serve una cabina di regia a livello nazionale. Non si può stressare così il settore”. Ad affermarlo Marco Celani, AD Italianway, azienda attiva nel settore extralberghiero italiano che ha chiuso il 2019 con un consuntivo di 15 milioni di euro e portavoce delle associazioni nazionali ‘Italia Startup’ e ‘Startup Turismo’.

“Spesso ci si lamenta che in Italia – continua Celani – non esistano grandi aziende nazionali in grado di contrastare i colossi stranieri. La verità è che se si vuole far volare il settore regolamentandolo in maniera buona al fine di far emergere il nero che ancora oggi c’è, e se davvero si vogliono supportare le imprese innovative italiane che ogni giorno lottano per creare ricchezza, occupazione e migliorare le condizioni di vita di tanti per esempio attraverso lo sviluppo di infrastrutture necessarie per l’offerta turistica, serve una cabina di regia nazionale. Il nostro auspicio è che la politica ascolti e tenga conto delle indicazioni preziose di chi lavora in questo settore nel pieno rispetto delle normative vigenti e della fiscalità prevista, producendo reddito per i proprietari che investono sulle loro seconde case inutilizzate.
Così com’era, l’emendamento presentato al Milleproroghe da due esponenti PD si configurava come un vero e proprio attentato alla libertà di impresa nei confronti di aziende che portano turisti, pagano le tasse e producono occupazione e ricchezza sui territori, oltretutto ledendo in maniera incostituzionale il diritto di proprietà della famiglie italiane. Limitare l’esercizio d’impresa affidandosi all’arbitrio dei Comuni non serve a far emergere il nero, tutt’altro lo favorisce – aggiunge Cellani – La ricerca condotta dall’Osservatorio Innovazione Digitale sul Turismo del Politecnico di Milano presentata ieri e di cui come Italianway siamo parte attiva ha registrato che il 75% delle prenotazioni nel settore extra alberghiero non passa dal web, quindi non è tracciabile. In altre parole il digitale non è affatto terreno fertile per il nero, tutt’altro”.

Per quanto riguarda le accuse verso l’extra alberghiero come causa di overtourism e desertificazione dei centri storici, Celani chiarisce: “Chi fa business strutturato in questo settore lavora con viaggiatori internazionali alto spendenti che portano ricchezza e stimolano i proprietari di seconde case sfitte ed inutilizzate a rimetterle a nuovo, dando respiro all’edilizia e lustro all’urbanistica. I nostri viaggiatori sono cittadini temporanei che sognano un’esperienza di soggiorno all’italiana e per questo sono disposti a spendere immergendosi nella realtà locale che hanno scelto. Cercano case belle, cultura, enogastronomia, lifestyle, itinerari alternativi ai soliti inflazionati e non pizza surgelata da mangiare seduti su qualche scalinata fronte monumento. Ciò non toglie – continua Celani – che il problema dei grandi flussi esista e che vada regolamentato il fenomeno con una legislazione armonica, omogenea a livello nazionale; ma la cosiddetta desertificazione dei centro storici non si può certo imputare ad un settore come il nostro, sempre più vero traino dell’economia nazionale, bensì alla mancanza di servizi, soprattutto nelle grandi città, con residenti sempre più anziani e senza giovani generazioni cui tramandare la proprietà, per via del costante calo demografico, che preferiscono trasferirsi dove la vita è più facile e costa meno. Certamente non per colpa di un vicino di casa australiano che sta magari trascorrendo il suo anno sabbatico nel Belpaese”.

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