Il Codice del turismo ha ottenuto il parere favorevole del Consiglio di Stato, che però ha mosso qualche osservazioni al testo. In particolare la Sezione consultiva per gli atti normativi condivide il quadro delle competenze legislative dello Stato e delle Regioni riportata nella relazione illustrativa. "Esistono infatti – scrive il Consiglio di Stato – condizioni tali da giustificare un intervento unitario dello Stato anche nella materia del turismo, pur affidata alla competenza generale e residuale delle Regioni. Valuterà poi il governo se, a fronte del parere sfavorevole delle Regioni, sia il caso di soprassedere all'opera di codificazione che – avvertono i magistrati – potrebbe essere comunque foriera di un contenzioso costituzionale". In concreto, secondo i magistrati, il Codice, in gran parte, compie un'operazione di "consolidamento del diritto vigente" in materia di turismo; in sostanza si tratta quasi di un testo unico, più che un'opera di codificazione in senso classico.
"Ciò non esclude – si legge ancora – il dovere dello Stato di recuperare, in via generale, il consenso del mondo delle autonomie regionali e locali nella concreta fase di esercizio dei poteri amministrativi riportati allo Stato per sussidiarietà ascendente mediante la previsione della conclusione di intese con le Regioni e, ove necessario, con gli altri soggetti del mondo delle autonomie".