Economia e demografia trasformano la vacanza
02 Luglio 2025, 10:50
L’estate 2025 si prospetta come un’altra stagione da record per il turismo nel Bel Paese, con le statistiche che prevedono flussi consistenti, soprattutto dall’estero. Tuttavia, il panorama turistico italiano sta vivendo una metamorfosi silenziosa ma significativa, come rivela il monitoraggio Ipsos Future4Tourism. Mentre i visitatori stranieri continuano ad affollare le nostre coste e città d’arte, si registra un leggero arretramento dei vacanzieri italiani rispetto alle estati passate.
Le estati post-Covid avevano segnato il picco delle partenze nostrane, con il 2024 che aveva toccato numeri impressionanti: ben il 76% degli italiani, a giugno, aveva in programma una vacanza estiva. Ma il vento sta cambiando: per il periodo luglio-settembre 2025, la percentuale di italiani pronti a fare le valigie scende al 72%, con un calo di 4 punti percentuali. Non solo, si assiste a un aumento di coloro che optano per dei long week-end, limitando i pernottamenti a un massimo di 3 notti, a scapito delle tradizionali vacanze prolungate. Un quadro che rimane ancora decisamente positivo ma sicuramente da valutare con attenzione.
Le motivazioni di chi rinuncia alle ferie estive sono, come prevedibile, principalmente di natura economica. Tuttavia, emergono nuovi fenomeni che influenzano le decisioni degli italiani. Chi è certo di non partire cita, oltre alle ristrettezze finanziarie, anche impegni familiari non conciliabili con l’allontanamento da casa. Sorprendentemente, cresce la quota di chi dichiara di non essere solito fare vacanze in questo periodo dell’anno, passando dal 12% del 2024 al 24% del 2025. Sembra che la classica villeggiatura agostana stia lentamente cedendo il passo a scelte più distribuite nel corso dell’anno.
Anche nella scelta del periodo estivo si conferma un cambiamento già osservato nel 2024: luglio e agosto sono ormai alla pari nelle preferenze degli italiani, entrambi con il 37% delle scelte, mentre settembre attrae il restante 24%. Gli italiani cercano di evitare agosto non solo per i costi elevati e l’affollamento, ma anche per il timore di temperature eccessivamente calde, nonostante giugno stia già sorprendendo con ondate di calore particolarmente aggressive e durature.
In termini di destinazioni, l’Italia rimane la meta preferita, con il 62% dei connazionali che sceglierà di godersi le bellezze nazionali. Tuttavia, anche questo dato è in calo rispetto agli anni precedenti (-4% rispetto al 2024). Crescono invece le destinazioni europee (23%) e le crociere (5%), mentre il lungo raggio mostra una leggera flessione dopo il timido recupero registrato nel 2024.
La top 5 delle regioni italiane preferite vede una new entry: accanto alle confermate Sicilia, Toscana, Puglia e Trentino-Alto Adige, fa il suo ingresso la Calabria. Emilia-Romagna e Sardegna si confermano comunque molto vicine al podio, a testimonianza della loro costante attrattiva.
Una tendenza significativa per l’estate 2025 è la crescente popolarità delle destinazioni montane, che registrano un incremento nelle preferenze dei vacanzieri, raggiungendo il 15% delle scelte. Questo livello di gradimento richiama quello osservato nelle estati post-Covid, quando la ricerca di spazi aperti e di distanziamento orientava i turisti verso queste mete a scapito delle città d’arte. Il Trentino-Alto Adige si conferma la destinazione di punta, preparandosi ad accogliere circa 4 turisti su 10 tra coloro che scelgono la montagna. Questa concentrazione di visitatori pone una sfida importante alla capacità ricettiva della regione, che dovrà gestire con attenzione l’afflusso per garantire un’esperienza di qualità a tutti i suoi ospiti.
Un fenomeno interessante emerge nell’analisi delle tendenze di prenotazione, o ‘booking windows’. Si assiste a una crescente polarizzazione nei comportamenti degli italiani: da un lato, aumenta la quota di coloro che pianificano con largo anticipo, prenotando le proprie vacanze estive con oltre sei mesi di anticipo. Dall’altro lato, si registra un incremento anche nella percentuale di viaggiatori che, a metà giugno, non hanno ancora effettuato alcuna prenotazione. Questa dicotomia nelle abitudini di prenotazione pone sfide significative per gli operatori del settore, che devono essere pronti a soddisfare entrambe le tipologie di clientela con strategie di marketing e offerte mirate.