venerdì, 22 Novembre 2024

Enoturismo porta 14 mln di turisti nelle Città del Vino, anche se mancano le app

L’enoturismo tira, da Nord a Sud. Un flusso turistico spesso destagionalizzato, ad esempio in autunno per la vendemmia e la ricerca dei tartufi, che in nove Strade e Città del Vino su dieci conta nel 2016 numeri in crescita rispetto al 2015, quando sono stati registrati 14 milioni di presenze e un volume d’affari pari a 3 miliardi di euro. A fotografare l’ottimismo degli operatori di agriturismo, cantine, ristoranti è il XIII Osservatorio del Turismo del Vino di Città del Vino/Università di Salerno, presentato alla Bit Milano, presso l’area della Regione Sicilia.

L’imposta di soggiorno, secondo l’indagine, è investita in servizi enoturistici in 1 Comune su 4 o in progetti per migliorare accoglienza e servizi in 6 Città del Vino su 10.

Tuttavia, secondo i dati dell’Osservatorio, il 4% dei circuiti enoturistici non ha ancora un sito internet. Appena il 24% delle Strade si è dotata di una app utile per smartphone e cellulari. Un peccato visto che passa dal web la maggioranza delle prenotazioni del turismo enogastronomico. Per il 75% degli stranieri, secondo una indagine di “Italia a tavola” sugli arrivi legati al food and beverage da 11 Paesi, tra i quali Usa, Cina, Messico e India, non c’è vacanza in Italia senza almeno una “memorabile esperienza del gusto”.

La spesa per viaggi con motivazione enogastronomica è cresciuta nel 2016 del 3,3%, e i turisti che spendono di più per esperienze culinarie provengono da Germania, Usa, Francia, Regno Unito, Svizzera.

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