Segno meno per il turismo balneare a giugno rispetto allo stesso mese del 2010. "Negli stabilimenti balneari abbiamo registrato un decremento di presenze che varia dal 3 al 15%, e, soprattutto, di consumi – sottolinea Riccardo Borgo, presidente del Sib, il sindacato che associa circa 10 mila imprese balneari – si sono salvate solo le località a ridosso dei grandi centri urbani, i turisti, infatti, hanno preferito i litorali vicino ai luoghi di residenza. Nei weekend spesso si registra il tutto esaurito, ma nei giorni feriali le presenze sono, purtroppo, ridotte al minimo. Anche i consumi in spiaggia, poi, seguono il trend negativo – continua Borgo – complice la situazione economica complessiva e la capacità di spesa delle famiglie italiane che negli ultimi anni si è ridotta fino al 20%".
La speranza di Borgo è riposta nell'andamento che avranno i mesi di luglio e agosto, visto "che il mare rimane la meta più scelta dai vacanzieri con oltre l'80% delle preferenze".
Quindi l'invito al governo a prendere in mano la situazione. "Occorre – conclude – si dia attuazione ad una volontà politica chiaramente espressa in maniera unanime in Senato con l'approvazione di un Ordine del giorno lo scorso 5 maggio. E' necessario e indispensabile, poi, un confronto con la CE al fine di individuare gli strumenti e il percorso atto a salvaguardare un settore unico in Europa e peculiare della cultura italiana dell'accoglienza, così da determinarne l'uscita, o la deroga, dalla normativa europea; per giungere, infine, alla ridefinizione normativa dell'intero settore attraverso una legge organica del Parlamento da concordare con le Regioni e le organizzazioni del settore".