domenica, 22 Dicembre 2024

Federalberghi: 34,5 mln in vacanza, soprattutto in Italia, in crescita chi parte a settembre

E’ in lieve aumento il numero degli italiani che hanno trascorso o trascorreranno una vacanza fuori casa durante il periodo estivo tra giugno e settembre, dormendo almeno una notte fuori casa. Secondo i dati di Federalberghi, l’incremento rispetto all’estate 2017 è pari al +0,5%. Circa il 57,0% della popolazione, pari a 34,5 milioni di persone, tra maggiorenni (26,5 milioni) e minorenni (8 milioni), ha già fatto una vacanza nei mesi di giugno e luglio o si appresta a farla nei mesi di agosto e di settembre.La durata media della vacanza principale resta stabile a 10 notti.

Nell’80,2% dei casi gli italiani rimarranno in Italia (contro il 78,6% dello scorso anno), mentre nel 19,3% dei casi andranno all’estero.

Come di consueto, per coloro che resteranno in Italia il mare si conferma la meta preferita dagli italiani per le vacanze estive, accogliendo il 67% dei viaggiatori. Seguono la montagna con il 9,5% delle preferenze, le località d’arte maggiori e minori con il 7,3%. Buona la performance delle località termali (4,5%) e dei laghi (3,5%).

Il 19,3% dei connazionali che si recheranno oltre confine visiteranno soprattutto le grandi capitali europee (49,5%) e le località marine (stabili al 17,5%).

La spesa media complessiva stimata per le vacanze estive (comprensiva di viaggio, vitto, alloggio e divertimenti) risulta in crescita rispetto allo scorso anno, attestandosi sugli 911 euro contro gli 838 euro del 2017. Il giro d’affari complessivo è di 24,1 miliardi di euro, in aumento del 9,5% rispetto ai 22 miliardi dell’estate 2017.

Tra le tipologie di soggiorno, l’albergo rimane la scelta privilegiata. Il 29,3% lo sceglie rispetto al 27,6% del 2017. Seguono la casa di parenti o amici (22,9%), la casa di proprietà (11,8%) e l’appartamento in affitto (9,9%).

Agosto si conferma il mese leader, con il 60,3% degli italiani che lo scelgono per la propria vacanza principale, seppur in calo rispetto allo scorso anno (68,4%), a tutto vantaggio del mese di settembre, che fa registrare un 19,5% di presenze, rispetto al 12,4% del 2017.

Il 41,2% degli italiani ha prenotato o prenoterà l’alloggio per le proprie vacanze rivolgendosi direttamente all’albergo, rispettivamente mediante il sito internet della struttura (21,5%) o contattandola mediante telefono, mail o altro mezzo (19,7%). Il 20,4% sceglierà la struttura utilizzando un portale di prenotazione, mentre il 24,5% si recherà presso l’agenzia di viaggi tradizionale e il 7,6% si rivolgerà a un tour operator.

Il 42,8% della popolazione, pari a 21,7 milioni di persone, non farà vacanze tra giugno e settembre, contro il 43,1% dello scorso anno. Si resta a casa principalmente per motivi economici (49% dei casi contro il 55% del 2017), per impedimenti di salute (17%) e familiari (15%), per impegni di lavoro (10%). Un interessante 8% dichiara invece che farà vacanza in un altro periodo dell’anno.

“Siamo un popolo che ama viaggiare nel suo Paese: questo sembrerebbe dimostrare la fotografia del movimento turistico degli italiani per l’estate 2018”, commenta Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi.

“L’elemento che trovo distintivo – aggiunge Bocca – sta nel fatto che per quest’anno si prevede uno spostamento dei flussi in favore del mese di settembre. Sono istintivamente portato a pensare che ciò vada letto in un’ottica positiva: questa crescita potrebbe fare da leva e dare un forte input alle politiche di destagionalizzazione che la nostra Federazione sostiene da sempre per il bene e lo sviluppo turistico del Paese. A fare da cartina di tornasole è l’andamento che riguarda i paesi competitor: mentre lo scorso anno abbiamo indirettamente beneficiato di una situazione di difficoltà, oggi in quei territori sembra superato il periodo più buio dovuto soprattutto al timore di attacchi terroristici. L’Italia è stata sempre percepita come un paese sicuro, un valore assoluto che ha portato i suoi risultati. Ma il Mediterraneo sembra essersi risvegliato e realtà come quelle dell’Egitto, della Tunisia e della Turchia stanno riprendendo quota. Lo stesso si può dire per la Francia”.

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