domenica, 5 Maggio 2024

Governo vuole mettere all’asta le spiagge: decreto è pronto

Ma balneari non ci stanno e chiedono al Parlamento l’immediata revoca della delega al Governo

Il decreto del Governo sulle concessioni balneari è pronto e nei prossimi giorni i ministri del Turismo, Piero Gnudi, e quelli agli Affari Europei, Enzo Moavero, saranno a Bruxelles per parlarne con la Commissione europea. Subito dopo verrà portato in consiglio dei ministri. 
Il problema è che il decreto prevede che le concessioni demaniali marittime vadano a gara (le Regioni entro il 31 dicembre 2014 dovranno definire i bandi) e che la durata sia non inferiore a 6 anni e non superiore a 25 anni per le spiagge e non inferiore a 30 anni e non superiore a 50 per i porti turistici. Tutto quello, insomma, che proprio non volevano gli operatori balneari che da tempo premono affinché il Governo chieda all'Ue una deroga dalla Direttiva servizi Bolkestein, la stessa che, dal 2006, prevede l'evidenza pubblica per i servizi sui litorali italiani ed europei. 
Ecco perché tutti i sindacati dei balneari – Sib Confcommercio, Fiba Confesercenti e Assobalneari Italia Confindustria – hanno scritto al Parlamento italiano per chiedere "l'immediata revoca della delega al Governo per la disciplina della materia, concessa con la legge n. 217 del 15 dicembre 2011, e così negligentemente, dallo stesso, esercitata".
Il decreto, scrivono, "sarebbe in contrasto con la risoluzione approvata all'unanimità dal Parlamento europeo il 27 settembre 2011 che ha chiesto l'adozione da parte degli Stati di adeguate 'misure compensative' a tutela dei diritti delle imprese balneari".
La bozza di decreto messa a punto dall'Esecutivo, in 12 articoli, punta a "incrementare l'efficienza del sistema turistico italiano, riqualificando e rilanciando l'offerta turistica" e garantisce "il diritto libero e gratuito di chiunque all'accesso e alla fruizione della battigia, anche ai fini di balneazione". Le offerte migliori saranno selezionate "con il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa" ma si guarderanno anche altri fattori: gli standard qualitativi offerti, la qualità degli impianti, la fruibilità dei servizi per i diversamente abili ecc. Gli operatori attuali che volessero partecipare alle gare  avranno un punteggio in più che non potrà superare il 40% del punteggio complessivo.    

 

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