lunedì, 23 Dicembre 2024

Migliaia di hotel a rischio fallimento

L’allarme di Federalberghi anche a ridosso di Pasqua. E ieri il suicidio dell’albergatore eoliano

"Nel giro di pochi mesi alcune migliaia di hotel rischiano di chiudere". Era l'allarme lanciato a ridosso della Pasqua, dal presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, che aveva chiesto un Piano di emergenza per salvaguardare i lavoratori e le aziende del settore. Non era la prima volta che lo faceva. Solo un mese fa Federalberghi aveva calcolato che nel 2012 agli albergatori l'Imu è costata in media 16 mila euro, l'80% in più dell'Ici. Per l'esattezza, per ognuno dei 34 mila alberghi esistenti in Italia l'Imu aveva rappresentato un esborso medio pari a 16.830 euro, per un controvalore di 523 euro per camera. Anche allora Bocca aveva ammonito: "centinaia, se non migliaia, di alberghi rischiano la chiusura per fallimento".
Ora la notizia del suicidio di Edoardo Bongiorno, proprietario dell'Hotel Oriente di Lipari. "Dobbiamo trovare rapidamente soluzioni che permettano di uscire dalla spirale che ormai accomuna imprenditori e lavoratori. Il turismo, che, insieme alla cultura, costituisce la risorsa essenziale dell'Italia, necessita di un piano straordinario per riportarlo ai passati livelli di concorrenza europea e mondiali", osserva il senatore del Partito Democratico Raffaele Ranucci, il quale si augura che le commissioni speciali di Camera e Senato "pongano questo comparto strategico per la nostra economia al centro delle misure prioritarie". 
Nel 2012 sono stati persi 7 milioni di pernottamenti negli alberghi italiani, conseguenti ad un calo di presenze turistiche pari al -2,5%. Il settore ha perso 3 miliardi di giro d'affari e i fatturati sono calati del 10. L'anno si è chiuso con una diminuzione del 3% del lavoratori occupati, quantificabile, nel solo comparto alberghiero, in 10 mila unità e in qualcosa come 60 mila a livello aggregato di settore. Ora dalla politica gli albergatori si aspettano agevolazioni fiscali, dall'Imu alla Tares, semplificazioni per l'accesso al credito, promozione massiccia verso i Paesi ad economia forte della destinazione Italia, drastica riduzione del costo del lavoro.  

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