Come sono cambiate le vacanze degli italiani nell’estate 2020? A scattare la fotografia della strana estate del Coivd-19 è l’indagine che il Centro Studi del Touring Club Italiano ha condotto in partnership con Hertz Italia sulla community Tci, composta da oltre 300 mila persone. Oltre il 90% si è concessa in questi anni almeno una vacanza nel periodo giugno-settembre. Nell’estate 2020, dopo una prima fase di grande cautela, i connazionali hanno riacquisito una progressiva fiducia sul fatto che ci fossero le condizioni minime per viaggiare e circa il 90% è andato in vacanza.
Il coronavirus ha certamente modificato il modo di viaggiare (69%). E’ stato preferito un “turismo di prossimità” (72%) e si sono adottati comportamenti più accorti per ridurre il rischio di contagio: meno eventi e musei rispetto allo scorso anno (67%), preferenza per destinazioni poco note e presumibilmente meno affollate (59%), frequenza meno assidua di bar e ristoranti (58%). L’approccio cauto al viaggio ha riguardato anche l’aspetto relazionale: il 42% infatti ha ridotto le relazioni interpersonali, evitando di fare nuove conoscenze e di stringere amicizie.
Nell’estate 2020 si registra una polarizzazione molto più forte sull’Italia: il 94% ha scelto una destinazione domestica rispetto a una quota residuale (6%) che ha scelto l’Europa (l’anno scorso il rapporto Italia/estero era 60:40). Le regioni più frequentate: Trentino-Alto Adige (15%), Toscana (11%), Sardegna e Puglia (entrambe 8%).
All’estero, pur con numeri bassi, c’è stata una forte polarizzazione su Grecia (21%) e Francia (20%), seguite da Croazia (11%) e Spagna (8%).
Tra le tipologie di vacanza quella sole&mare è la preferita (44%) anche nell’estate 2020. Al secondo posto c’è la montagna (26%) che ha registrato un fortissimo incremento rispetto allo scorso anno (15%). Importante il ruolo giocato quest’anno dai borghi e dall’entroterra più in generale (7%, rispetto all’1% del 2019) – che vede nella Toscana, nell’Umbria e nelle Marche le regioni preferite.
Confermato, invece, il crollo delle città d’arte passate dal 10% al 4%. In crescita, pur con una quota marginale, le destinazioni lacuali (3%) rispetto all’1% del 2019.
Per quanto riguarda il bonus vacanze: il 97% della community non ne ha usufruito. La ragione principale è riferita alla mancanza dei requisiti (62%), ma anche a una procedura troppo complicata (9%), all’intenzione di usarlo entro l’anno (4%) o all’impossibilità di trovare strutture disposte ad accettarlo (3%).
Che le vacanze ai tempi del coronavirus siano differenti emerge dalla scelta del mezzo di trasporto utilizzato: l’auto è stata la protagonista assoluta (71%, era il 44% nel 2019) mentre l’aereo ha subito un calo brusco (8% rispetto al 33% dello scorso anno). Nonostante la predilezione del mezzo proprio, è sostanzialmente riconfermato l’interesse verso il servizio di autonoleggio.
Per quanto riguarda le strutture ricettive, hotel e villaggi restano la tipologia preferita per l’estate (35%) anche se si segnala un calo rilevante rispetto al 2019 quando tale quota era del 49%. Case e appartamenti in affitto (21%), campeggi (9%) e agriturismi (5%) sono in linea con gli anni precedenti. Sono le seconde case di proprietà (17% rispetto al 6% del 2019) e quelle di parenti e amici (7% rispetto al 3% dell’anno scorso) ad aver fatto la differenza.
Il 66% ha riferito la frequente inosservanza del distanziamento sociale e dell’uso delle mascherine e il 64% ha lamentato una scarsa attività di controllo da parte delle forze dell’ordine sul corretto comportamento di residenti e turisti. Per quanto riguarda i principali servizi turistici (ricettività, ristorazione, stabilimenti balneari, intrattenimento ecc.), solo una minoranza ha rilevato il mancato rispetto delle misure anti Covid da parte degli operatori.