Al ministero del turismo si è svolto il tavolo di lavoro con le principali associazioni di categoria del settore alberghiero, extralberghiero, del turismo organizzato, della ristorazione e del divertimento per affrontare il problema delle recensioni. In questo modo, i vertici del ministero hanno dato seguito all’impegno preso settimane fa dal ministro Daniela Santanchè per affrontare il delicato tema delle recensioni.
In riferimento alla direttiva comunitaria del 2019/2161 e al conseguente decreto legislativo 26/2023 (codice del consumo) si è deciso di lavorare insieme per predisporre una proposta normativa. Al termine dell’incontro il ministro ha ringraziato le associazioni presenti per il contributo fornito al tavolo.
“Siamo soddisfatti dell’attenzione che abbiamo trovato da parte del ministro su un tema molto importante per gli operatori del settore. Sappiamo bene che il quadro è complesso, ma la strada intrapresa è importante”, ha commentato a margine dell’incontro Maria Carmela Colaiacovo, presidente di Associazione Italiana Confindustria Alberghi.
Per Giuseppe Roscioli, vicepresidente vicario di Federalberghi, “il punto principale consiste nell’assunzione di responsabilità: chi scrive una recensione deve essere riconoscibile (stop alle recensioni anonime), in modo da poter rispondere di eventuali affermazioni false o calunniose.” “Non meno importante – secondo Roscioli – è la responsabilità delle piattaforme: nell’era dell’intelligenza artificiale, il portale che non pubblica il nome di chi scrive la recensione e che non ne consente l’identificazione deve essere considerato responsabile per il contenuto della recensione stessa. Inoltre, se la recensione è pubblica anche la replica deve essere pubblica e dev’essere pubblicata tempestivamente. Per rendere effettiva la responsabilità – prosegue il vVicepresidente di Federalberghi – è necessario individuare un quadro sanzionatorio efficace ed effettivo, in specie nei confronti dei portali, che spesso si sottraggono alla giurisdizione italiana, grazie al fatto che hanno sede legale all’estero, al di fuori dell’Unione Europea. Ad esempio, occorrerebbe prevedere il sequestro preventivo della pagina web contenente la fake news e, nei casi più gravi, l’oscuramento del sito”. Roscioli ha concluso ribadendo che “occorre un’autorità ad hoc, che adotti con immediatezza i provvedimenti cautelari.”