“Guardando alle aziende del segmento luxury verso l’Italia c’è già stata una contrazione. Bisogna vedere come il Regno Unito uscirà dall’Europa, è inutile fare ipotesi prima. Tutto è correlato alle aspettative di reddito”. Così Luca Patanè, presidente Confturismo-Confcommercio, a proposito delle eventuali ricadute sul turismo italiano con la prospettiva della Brexit.
Tra i casi particolari ha parlato di quelli di Roma e di Venezia. Per quest’ultima ha spiegato di ritenere passeggere le ricadute in negativo degli episodi di maltempo che hanno portato a livelli storici l’acqua alta. Per Roma, “si è fermata alla Dolce vita di Fellini. È una città fantastica – ha affermato – lo diciamo tutti, ma l’ambiente la peggiora, è disordinata, sporca. Cresce come tutto il turismo in Italia, ma potrebbe fare di più”. Tornando poi ad additare la politica sul silenzio sul settore turismo, ha concluso: “Forse non sappiamo farci sentire, forse dovremmo fare come le sardine? Il governo – ha proseguito – pensa sempre e solo alle stesse cose: gli esuberi Alitalia, la Popolare di Bari, l’Ilva”.
In ogni caso il presidente di Confturismo si è detto ottimista su ulteriori crescite del settore. “Abbiamo una clientela affezionata, molta da Paesi vicini. Aumenterei il marketing nel nord della Germania, in Spagna e Francia, invece spendiamo di più per quattro cinesi che non spendono, anziché per mantenere chi ci ama. Restano fondamentali Usa, Canada, Messico, Argentina e si può lavorare su Scandinavia e Russia. Dovrebbe farlo il ministero, perché è un lavoro complesso”.