domenica, 28 Aprile 2024

Pnrr e tavolo unico, le richieste degli operatori agli Stati Generali

lalli stati generali turismo

Censimento dei fondi inutilizzati per una rimodulazione del Pnrr, formazione, creazione di un tavolo unico di settore per una visione strategica interpretando il cambiamento della domanda e dell’offerta. Sono queste le richieste che Federturismo, Confturismo e Assoturismo hanno presentata agli Stati generali del turismo di Chianciano Terme.

“Dobbiamo concentrarci sui fondi del Pnrr andando a recuperare tutto ciò che è stato allocato, che non si potrà spendere e recuperarlo per le esigenze del settore turistico” ha detto Marina Lalli, presidente Federturismo Confindustria che ha ricordato come per troppo tempo la formazione nel turismo sia stata frammentata. “Non riusciamo più ad attrarre le migliori professionalità per farle lavorare nel nostro settore, abbiamo perso questa capacità di attrazione” ha detto Lalli.

“Chiediamo una riforma costituzionale che dia competenze diverse Stato-Regioni e un tavolo unico che rappresenti le imprese del turismo – ha aggiunto Luciano Serra, vicepresidente Confturismo – Noi siamo portatori di partita Iva, non possiamo più perdere tempo. Se il nuovo ministro avrà consapevolezza di questo, gliene saremo grati”.

“Non si vive più del passato ma dobbiamo avere la capacità di interpretare i flussi e la domanda; prendere consapevolezza che siamo un grande Paese ma che il cambiamento di offerta è altrettanto forte come la domanda” ha concluso Nico Gronchi, vicepresidente vicario Confesercenti.

Il nuovo piano strategico del turismo dovrà sostenere la riqualificazione delle strutture, contrastare l’abusivismo e ridurre la pressione fiscale per le imprese del settore”, ha aggiunto Alessandro Massimo Nucara direttore generale Federalberghi. Per la riqualificazione delle strutture, secondo Federalberghi, “è necessario un bando aperto a sportello, senza click day, che le imprese possano utilizzare per finanziare progetti di ristrutturazione anche dedicando in modo stabile una parte dei proventi dell’imposta di soggiorno”. Il contrasto all’abusivismo dovrà invece passare “dalla lotta all’evasione fiscale, al lavoro nero e alla concorrenza sleale”. Infine, tra le priorità individuate da Federalberghi, la diminuzione della pressione fiscale che grava sulle imprese turistiche, affinché “l’imposizione assuma un peso equo e ragionevole attraverso l’abolizione definitiva dell’Irap e la commisurazione del peso dell’Imu e della Tari al numero dei giorni in cui la struttura ricettiva è aperta e al tasso di effettiva occupazione”.

Dal canto suo, Confturismo chiede con urgenza una legge che elenchi le imprese del turismo. “In Italia purtroppo, il turismo è e resta indefinito, dato che manca – dal 2012 – una definizione nazionale che indichi quali sono le imprese, le attività e le professioni turistiche. Ce ne siamo accorti durante la pandemia, quando, per individuare i destinatari delle misure di sostegno per il settore, si sono dovuti scrivere articoli di legge che elencavano una quantità di codici Ateco, proprio perché non c’era una norma di riferimento da richiamare. E così facendo, si sono dimenticate categorie , mentre ne sono state incluse altre di dubbia appartenenza al settore – ha rilevato Luciano Serra vicepresidente di Confturismo Confcommercio -. La prima cosa da fare dunque, mettendosi al tavolo del Piano Strategico del Turismo, è definire urgentemente un elenco almeno delle imprese e professioni turistiche che risponda alla realtà del mercato e sia condiviso da ministero e Regioni: e bisogna fissare questo elenco con una norma nazionale”.

Infine, Stefano Dall’Ara, vicepresidente della Federazione Turismo Organizzato di Confcommercio, ha rincarato: “I prossimi rinnovi contrattuali non possono diventare una guerra tra poveri e serve un intervento forte di riduzione del cuneo fiscale che incentivi le imprese ad assumere, sia aumentando il valore in busta paga sia rivedendo in modo innovativo il contratto e incrementando la premialità ai lavoratori sulla base dei risultati aziendali. Bisogna poi mettere fine al far west delle compagnie aeree low cost che non ci consente di pianificare l’offerta turistica. Va rivista pure la relazione con le banche che troppo spesso chiudono i rubinetti del credito al comparto e hanno aggravato le condizioni di finanziamento. Infine la Pa deve sostenerci: è inconcepibile dover attendere una media di cinque mesi per il rinnovo del passaporto. E le istituzioni devono aiutarci a presidiare anche i dossier europei che ci vedono protagonisti, in modo da non subirne gli effetti. Siamo pronti ad aiutare la neoministra Daniela Santanchè e la sua squadra per la redazione del Piano strategico triennale”.

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