martedì, 19 Marzo 2024

Prima il vaccino, ora la guerra: addio ai russi, big spender da 6 mln presenze

Big spender (non solo miliardari e oligarchi ma anche turisti ad alta capacità di spesa), sotto il sole della Sardegna o di Capri, della Versilia o del Salento con i loro yacht da favola ma anche a spasso nei negozi di lusso di Milano, Roma e Firenze, veri amanti della moda e del lifestyle ma anche del cibo e del vino. E’ l’identikit dei turisti russi in Italia: nel 2019 erano stati 1,7 milioni l’anno con 5,8 milioni di presenze (fonte Istat) con una spesa di 984 milioni di euro (secondo Bankitalia) ma i numeri durante la pandemia sono enormemente calati a causa del vaccino Sputnik non riconosciuto dall’Ema.

Tanto che l’appello del presidente ucraino Volodymyr Zelensky che dice nel video collegamento con le Camere: “Funzionari e oligarchi russi utilizzano l’Italia come luogo per le loro vacanze, non dovete accogliere queste persone”, lascia – al netto delle valutazioni politiche e diplomatiche – alcuni degli operatori del turismo perplessi.

“Le sanzioni – dice all’ANSA Vittorio Messina, presidente di Assoturismo Confesercenti – le stabiliscono i governi, non le imprese cui spetta invece adeguarsi a quanto deciso. Ma a parte questo, il problema non si pone: dalla Russia, così come dall’Ucraina e da tutta l’Europa orientale, non sta arrivando nessuno….”.

I russi – secondo Global Blue – hanno sempre avuto una importanza significativa per il tax free shopping italiano. Nel 2019, infatti, rappresentavano la seconda nazionalità per acquisti (12% del totale del mercato) con interessanti prospettive di crescita, dal momento che il loro shopping aveva registrato un +8% rispetto al 2018. Nel periodo gennaio 2021-febbraio 2022, a seguito della pandemia e delle restrizioni legate al Covid, il volume di acquisti tax free dei russi in Italia è diminuito rispetto al 2019, ma questa nazionalità ha comunque fatto registrare uno scontrino medio significativo, pari a 1.215 euro (+78% rispetto al 2019). Nel 2021 la meta di shopping preferita dai turisti russi è stata Milano, con il 39% delle vendite totali, seguita da Roma con il 17% degli acquisti tax free. Sempre nell’anno da poco concluso, Venezia è stata la città in cui si è registrato lo scontrino medio più elevato: 2.060 euro, seguita da Firenze (1.837 euro) e il Sud Italia (1.739 euro).

“L’Unione europea – spiega Ivana Jelinic, presidente della Fiavet – ha congelato gli affari degli oligarchi russi oltre confine, quindi tutti coloro che avevano yacht e ville in Costa Smeralda non hanno potuto pagare gli stipendi al personale, per lo più sardo, impegnato presso di loro, che è stato licenziato da quanto apprendiamo dai sindacati. Non riesco a comprendere la richiesta di Zelenskyj all’Italia di congelamento dei beni già congelati a livello europeo, da quanto abbiamo appreso, già dal 2 marzo scorso. Il turismo russo non esiste, abbiamo perso più di un milione e mezzo di turisti che erano importantissimi per alcuni territori italiani con una spesa media del 70% in shopping di beni artigianali. Solo in Sardegna la perdita è di 80 milioni, per il Paese di 984 milioni di euro. Mi sembra non ci sia nulla da congelare ulteriormente. Ovviamente – conclude – non entro nel merito della questione politica della guerra, e delle sanzioni. Vedo solo che appena usciti da due anni di pandemia siamo coinvolti in questo dramma inaudito e velenoso per il turismo, settore che vive di pace più di ogni altra attività economica”.

Anche Enrica Montanucci, presidente Nazionale di Maavi, è dubbiosa: “Lo trovo onestamente un provvedimento un po’ forte e onestamente eccessivo. Fermo restando che alle condizioni attuali non penso ci sia proprio questa quantità di turisti russi che girovagano per il mondo, ma in ogni caso, ritengo che demonizzare qualcuno per la sua appartenenza geopolitica sia un atto impensabile e inaccettabile. Non possiamo ritenere – ragiona la Montanucci – tutto il mondo russo alla stregua di uno solo, non possiamo cadere nel facile giudizio e nella discriminazione data da una sola persona che non può né deve essere considerata specchio totale del suo popolo. Ora per quanto possa essere una posizione impopolare, credo che applicare questo tipo di sanzione, non solo non serva minimamente a influenzare gli eventi di questa ignobile guerra, ma sia anche qualcosa di estremamente lesivo per la nostra economia interna, per l’incoming tutto e in generale sia un errore che non trova alcuna giustificazione nella sua applicabilità”.

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