Turismo religioso genera occupazione e sviluppo economico sostenibile


La Rete Mondiale del Turismo Religioso (World Religious Tourism Network – WRTN), organismo internazionale impegnato nella promozione del turismo e della cultura religiosa come leve di sviluppo economico e umano, ha nominato il giornalista e comunicatore Biagio Maimone Coordinatore Nazionale per l’Italia. La nomina segna una svolta strategica per il settore del turismo religioso, oggi riconosciuto come una delle più promettenti frontiere dell’economia reale, capace di coniugare crescita, occupazione e identità spirituale.

Il turismo religioso costituisce un asset strategico dell’economia italiana, con effetti misurabili sul territorio. Nel 2023 le richieste di ospitalità nelle strutture religiose sono aumentate del 46%, generando 6 milioni di arrivi e oltre 20 milioni di presenze, grazie a una rete di 3.000 strutture e 200.000 posti letto.

Dal punto di vista economico, il settore presenta un ritorno territoriale elevato: ogni euro speso dal pellegrino genera valore aggiunto nelle economie locali superiore a quello di altri segmenti turistici, grazie a filiere integrate e domanda stabile. Le proiezioni indicano che il mercato “faith-based”, stimato 95 milioni di dollari nel 2025, raggiungerà oltre 240 milioni entro il 2035 (+9,8% annuo), generando occupazione significativa e rigenerazione dei territori marginali. Studi accademici recenti confermano che il turismo religioso produce esternalità positive durature, rafforza la coesione sociale e valorizza il capitale culturale e spirituale dei territori.

“Il turismo religioso – afferma Maimone – è un motore economico integrale. Unisce spiritualità, impresa e sostenibilità, generando valore e occupazione nei territori.” Maimone interpreta il turismo religioso come leva di marketing territoriale e economia sociale, capace di trasformare il patrimonio spirituale in opportunità concreta per le comunità locali. La sua visione parte dall’idea che i borghi, i santuari e i cammini storici non siano solo attrazioni culturali, ma veri e propri asset territoriali: strutture capaci di generare flussi turistici qualificati, creare microimprese locali e rafforzare l’identità dei territori marginali.

Secondo studi economici, le aree che integrano turismo religioso e strategie di marketing territoriale mostrano moltiplicatori locali tra 1,6 e 2,1 e una significativa generazione di occupazione diretta e indiretta, soprattutto nel settore dell’accoglienza, dei servizi culturali e dell’artigianato. Questo modello promuove un’economia inclusiva, in cui i benefici non si limitano ai visitatori, ma ricadono direttamente sulle comunità, aumentando coesione sociale, capitale umano e sostenibilità.

La strategia di Maimone si concentra su tre pilastri: valorizzazione del patrimonio locale, sviluppo di filiere economiche integrate e promozione di esperienze turistiche sostenibili. In questo modo, la spiritualità diventa una infrastruttura immateriale di crescita, capace di combinare sviluppo economico, responsabilità sociale e rafforzamento dell’identità culturale del territorio, posizionando l’Italia come polo internazionale di turismo religioso di qualità.

In linea con il tema della 46ª Giornata Mondiale del Turismo – “Turismo e trasformazione sostenibile” – Maimone ribadisce che il turismo religioso può divenire un pilastro delle politiche economiche nazionali.
Promuove la crescita, tutela l’ambiente e rinnova il legame tra cultura e produttività, generando occupazione qualificata e nuova impresa sociale.

La World Religious Tourism Network, presente in 18 Paesi, intende rafforzare la collaborazione con governi, università e imprese per trasformare il turismo spirituale in settore strategico dell’economia circolare e sostenibile. In questo scenario, l’Italia – con la sua storia, la sua arte e la sua fede – può diventare il cuore economico del turismo religioso mondiale.

“Il turismo religioso – conclude Maimone – è una forma di economia civile che unisce interiorità e produttività. Trasforma la fede in opportunità, la bellezza in valore, la spiritualità in lavoro. È la nuova economia dell’anima, che può rendere l’Italia leader mondiale della crescita etica e sostenibile”

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