Dal 5 marzo 330 reperti di Pompei sono in mostra a Torino presso i nuovi locali del Museo Egizio. Di contro a Pompei, dal 16 aprile, gli ambienti appena riaperti della Palestra Grande si popoleranno di statue egizie e nuovi percorsi condurranno il visitatore alla scoperta del tempio di Iside e delle tante domus, come quella di Loreio Tiburtino.
Infine a Napoli, il MANN riapre dall’8 ottobre la sua collezione egiziana.
Si di un progetto di ricerca condiviso fra Torino, Pompei e Napoli in occasione della mostra ‘Egitto Pompei’, che racconta influssi e innesti spirituali, sociali, politici e artistici originati da culti ed elementi di stile nati o transitati per la terra del Nilo.
“Solo il primo passo di un grande percorso per raccontare negli anni quale è stata la relazione dell’Italia con l’Egitto” – sottolinea Christian Greco, direttore dell’Egizio.
“L’inizio di una collaborazione tra enti culturali diversi che ci piacerebbe proseguire”, fa notare Evelina Christillin, presidente della Fondazione Egizio.
“È la prova – commenta Dario Franceschini, ministro della cultura – che tre istituzioni diverse fra loro possono costruire un progetto di interesse internazionale importante per gli studiosi con grandi capacità attrattive anche per il turismo”.