Museo Lombroso, favorire o impedire la chiusura?


Gli studi di Cesare Lombroso continuano a far discutere. Sulla piattaforma change.org, infatti,  sono state lanciate 2 petizioni: una per chiedere la chiusura del museo di antropologia criminale dedicatogli dall’Università di Torino, l’altra, nata in risposta, per impedirla.

A proporre la chiusura è il Comitato ‘No Lombroso’. “Contestiamo l’esposizione di resti umani collezionati in maniera illegittima da Lombroso. Chiediamo che questi siamo restituiti e poi sepolti- ha detto Domenico Iannantuoni, presidente del Comitato – Poi, se lo vorrà, l’Università faccia pure un museo dedicato a Lombroso, ma con dei resti in suo possesso o con dei calchi”.

A sostegno di Iannantuoni i movimenti meridionalisti che ritengono Lombroso colpevole di aver teorizzato l’inferiorità del Sud Italia e dei meridionali.

Finora la campagna per la chiusura del museo, lanciata il 17 settembre, ha raccolto oltre 9200 firme. A questa si oppone la petizione ideata da Chiara Ascheri per difendere l’esistenza del museo Lombroso, finora sostenuta da quasi 4000 persone.  La campagna è stata fatta propria dal museo stesso e dal suo direttore Silvano Montaldo, storico dell’Università di Torino.
“Il museo rappresenta un pezzo della storia d’Italia ed è seguito in tutto il mondo. Non c’è alcun motivo di chiuderlo: la storia della scienza è costellata di errori. Il museo è l’esempio che ogni teoria è rivedibile”.

Montaldo si è soffermato sull’accusa di antimeridionalismo. “Lombroso non si è mai scagliato contro i meridionali in verità. Il museo non può essere in alcun modo ritenuto la fossa comune dei meridionali come sostenuto dal ‘Comitato No Lombroso’. Si tratta di un’interpretazione senza fondamento e il libro di Maria Teresa Milicia Lombroso e il brigante lo spiega in maniera chiara”.

Sul caso del museo Lombroso si è espressa l’Icom (International Council of Museums) che ha sottolineato come il museo rispetti gli standard scientifici ed etici necessari per rimanere aperto.

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