‘Isole che Parlano’: in Gallura 19^ edizione festival multidisciplinare
25 Agosto 2025, 10:00
Photo credits @ Francesco Conversano
Dal 6 al 14 settembre 2025, il Festival Internazionale ‘Isole che Parlano’ torna a Gallura con la sua XXIX edizione, diretta da Paolo Angeli e Nanni Angeli.
Isole che Parlano, nato in Sardegna ma con uno sguardo internazionale, è oggi un punto di riferimento nel panorama dei festival multidisciplinari, capace di fondere tradizione e sperimentazione, radicamento e visione, comunità e contemporaneità.
La sezione musicale, cuore pulsante del festival, offre un programma ricco e articolato, frutto di un approfondito lavoro.
Questi gli artisti e le artiste ospiti di questa edizione che, come di consueto, saranno chiamati a dialogare – nelle loro esibizioni – con i luoghi che li ospiteranno: scorci naturali, siti archeologici e spazi urbani che si fanno parte viva della performance.
Tra le artiste e gli artisti in programma Descansate Niño (Italia), Fuensanta (Messico), Elana Sasson Quartet (Kurdistan/USA/Colombia/Cipro/Belgio), A Bad Day (Italia), Korhan Futaci (Turchia), Arrepícus (Sardegna), Tenore Santu Gavinu de Illorai (Sardegna), Coro Gabriel (Sardegna), Maniucha i Ksawery duo (Polonia), Za!+Perrate (Spagna/Catalogna), Heavy Sound (Italia), Matteo Carta (Sardegna), Farah Fersi (Tunisia),
Come ogni anno, infine, Isole che Parlano propone anche un momento di incontro inedito tra artisti ospiti, chiamati a condividere il palco per dare vita a una collaborazione libera e aperta all’ascolto reciproco. In questa XXIX edizione, saranno protagonisti di questo speciale momento i contrabbassisti Ksawery Wójciński (Polonia) ed Esat Ekincioğlu (Turchia).
La sezione fotografica del festival ospita quest’anno una mostra dedicata alla fotogiornalista palestinese Samar Abu Elouf, vincitrice del World Press Photo of the Year 2025 con lo scatto Mahmoud Ajjour, Aged Nine: il ritratto toccante di un bambino di Gaza, fotografato a Doha dove è stato trasferito per ricevere cure mediche dopo l’amputazione degli arti in seguito a un’esplosione. La mostra – che inaugurerà lunedì 8 settembre e resterà aperta fino al 12 ottobre a Palau – ripercorre il lavoro di Abu Elouf tra Gaza e l’esilio, dando particolare rilievo alla rappresentazione della condizione femminile e alle conseguenze intergenerazionali della guerra.
Coerente con lo spirito del festival, Isole che Parlano di fotografia rinnova così la sua vocazione a raccontare il mondo contemporaneo attraverso lo sguardo di autori e autrici che, con un punto di vista autoriale ed autorevole, ne colgono le fratture, le resistenze, le trasformazioni.
Ad aprire il Festival è, come da tradizione, la sezione per i più piccoli e a cura di Alessandra Angeli, ‘Isole che Parlano ai Bambini’, in programma dall’8 al 10 settembre: tre giorni di spettacoli e laboratori ‘a misura’ di bambini e adolescenti, dedicata al dialogo tra le generazioni, dove i linguaggi dell’arte diventano strumento di scoperta del sé, dell’altro e del territorio.
Lunedì 8 settembre si parte la mattina con i Laboratori a misura che per tre giorni accoglieranno bambini ed adolescenti. Tre percorsi didattici dove i partecipanti, divisi per fasce di età, sperimentano i differenti linguaggi dell’arte.
Ai ragazzi è dedicato il laboratorio multimediale ‘Occhi che sognano lontano’, un confronto tra generazioni per immaginare Palau nel 2030 tra sogni, storie e… intelligenza artificiale.
I bambini più piccoli sperimentano, invece, il magico mondo del circo con ‘A tempo di Circo’, laboratorio ludico-musicale a cura della Compagnia Nando e Maila, e linee, forme e colori con ‘Essere Isola, essere rete’ laboratorio grafico scultoreo.
Nei pomeriggi tra le piazze e i parchi del paese, i bambini più piccoli (dai 3 ai 6 anni) potranno partecipare a ‘Texture in Gioco e La leggerezza del sasso’ laboratorio metodo Bruno Munari.
Le sere del 9 e 10 settembre sono dedicate agli spettacoli a misura. Il 9 in piazza Fresi ‘Sonata per tubi, Arie di musica classica per strumenti inconsueti’, spettacolo di circo contemporaneo che trasforma gli oggetti e attrezzi del circo in strumenti musicali attraverso l’ingegno e l’uso della tecnologia per creare uno spettacolo di canti, di danze e prove di coraggio, musicali e circensi.
Il 10 settembre, infine, al Polo Culturale Montiggia, la tradizionale serata di presentazione pubblica dei laboratori chiuderà i tre giorni con mostre, proiezioni video e performance.
Il Festival rinnova anche il proprio impegno nel proporre esperienze enogastronomiche che raccontino il territorio e che sono curate in collaborazione con Paola Placido e la rassegna Vite e Vite – incontri con i vignaioli. In programma: degustazioni di miele artigianale, vini naturali e prodotti locali.