“Gli effetti devastanti dell’emergenza Covid 19 si tradurranno, tra riduzione dei posti disponibili e del numero di voli, in una flessione del 50% dell’offerta aerea della Sardegna. Nonostante dai primi di luglio sia possibile spostarsi tra i Paesi europei per turismo o affari, la domanda internazionale è destinata a rimanere stagnante per tutto il periodo estivo”. A renderlo noto un report della Cna, secondo il quale nell’isola l’effetto della crisi sono una riduzione del 36% del numero di combinazioni possibili per raggiungere la regione e un aumento medio delle tariffe.
Il costo medio per un viaggio in Sardegna (a/r per una famiglia tipo di 4 persone) aumenta di circa 100 euro rispetto a Ferragosto 2019: da 835 a 930 euro.
“La situazione sarda, del resto, è in linea con il resto del settore aeroportuale per cui il 2020 sarà un anno disastroso – fa sapere l’organizzazione artigiana – Secondo l’ICAO la riduzione complessiva dell’offerta aerea mondiale potrebbe aggirarsi tra il -42 e il -52% e il calo dei passeggeri trasportati tra il -48 e il -61%, mentre IATA stima un calo del traffico aereo del -54,7% (internazionale e domestico)”.
Alla Sardegna (-36%) si allineano Baleari e Corsica (-34,5%), mentre meno peggio appare la situazione negli aeroporti di Creta, Croazia e Sicilia (calo tra il 21 e il 25%). Va inoltre ricordato che la Sardegna era stata la regione che aveva visto crescere meno il numero di collegamenti internazionale nel quinquennio 2016-2019. La riduzione del numero di combinazioni possibili, che ha riguardato soprattutto le compagnie low-cost, si traduce anche in una minore disponibilità di voli diretti, e quindi si misura in un aumento del tempo medio di viaggio. Nello specifico, circa due ore di viaggio in più rispetto al 2019. La Sardegna rimane comunque tra le prime regioni in termini di raggiungibilità, un dato che riflette la posizione geografica baricentrica dell’Isola. I transiti nazionali negli aeroporti sardi tra gennaio e maggio si contraggono rispetto allo scorso anno del 62,7% (ad Olbia del 84%), quelli internazionali del 84,1% (ad Olbia del 98,3%) e, sempre secondo Cna, le conseguenze della crisi si protrarranno anche nel 2021, ma già dall’anno prossimo il turismo internazionale potrebbe riprendere il trend di crescita che ha caratterizzato l’isola negli ultimi dieci anni.
“È evidente che nei prossimi anni le destinazioni che saranno in grado di proporre un’immagine più sicura in termini sanitari, sostenibile e innovativa nelle capacità di adattarsi a una nuova normalità potranno aumentare la propria competitività – commentano Pierpaolo Piras e Francesco Porcu, rispettivamente presidente e segretario regionale della Cna Sardegna – È una sfida che la Sardegna deve affrontare patendo da una visione di lungo termine ancora tutta da costruire”.