La cooperativa ‘Quinto elemento’ ha rigenerato la vecchia batteria militare di Punta Giglio che sovrasta l’area e farne un ‘Rifugio di mare’, nome del progetto che ha vinto la gara per iniziative di turismo lento. Sarà una foresteria con 7 stanze e 20 posti letto, la vecchia cisterna una vasca ludica, fattispecie di piscina prevista dalle norme e non sinonimo per aggirarle: poco più alta di 1 metro, non necessita di pavimentazioni inidonee all’area né di bagnino.
Sarà una struttura per chi già visita l’area: sportivi e amanti della natura. D’accordo col Parco, ospiterà un percorso museale naturalistico e uno storico, grazie al restauro dei resti del secondo conflitto mondiale. Ispirato da associazioni ambientaliste come il Gruppo di intervento giuridico, osteggia l’iniziativa fuori tempo massimo: bando del 2017, trafila autorizzativa completata nel 2020, l’ostilità è emersa con l’accantieramento dei lavori, il mese scorso.
“Tra non fare nulla e la speculazione c’è lo sviluppo sostenibile”, dice Doris Zaccaria, ravennate trapiantata a Milano prima di scegliere Alghero, cofondatrice della coop e ispiratrice del progetto. Ma i critici preferirebbero che non si facesse nulla. “Consentono un resort nell’area protetta”, affermano col timore che si privatizzi quel gioiello grezzo.