Nonostante la pandemia, l’aeroporto di Catania è riuscito a raggiungere risultati eccellenti, crescendo fino a diventare il quarto aeroporto in Italia dopo Roma, Milano e Bergamo, chiudendo il 2021 con una perdita rispetto al 2019 del 40,1% a fronte di una perdita media degli altri aeroporti del 58,2%. Inizia così la nota con cui la Sac, società di gestione dello scalo etneo, replica al comunicato della Cgil (vedi news).
“Tutto questo – incalza la Sac – sottolineando il fatto che in fase pre-pandemica, precisamente nel periodo dall’ottobre 2016 al dicembre 2019 eravamo riusciti ad aumentare i flussi di 3 milioni di passeggeri in 3 anni, arrivando a 10 milioni di passeggeri annui, risultato mai raggiunto nella storia da alcun aeroporto siciliano. Sorprende inoltre il fatto che oggi la Cgil muova delle accuse riguardo l’utilizzo dei consulenti, quando, proprio a proposito di consulenze, questa amministrazione si è distinta rispetto al passato per un risparmio di circa il 40% dei fondi.
Inoltre, in relazione a quanto affermato sugli investimenti, è doveroso sottolineare come, dal 2019 a oggi, siano stati effettuati investimenti per 26 milioni euro, tra i quali riveste particolare rilevanza l’integrale riqualificazione della via di rullaggio, intervento in corso per un totale di dieci milioni di euro. Sono inoltre già stati approvati da Enac investimenti per l’anno 2022 pari a 39 milioni di euro.
È stata poi realizzata strada di collegamento tra il Terminal e la fermata ferroviaria Fontanarossa, con conseguente riconfigurazione di parte della viabilità di accesso allo scalo.
Relativamente ai parcheggi, sono stati realizzati il P4 e il P6, per un totale di 2.500 posti auto. Entrambe le infrastrutture, al contrario di quanto sostenuto dalla Cgil, sono frutto di un’intensa azione di questa amministrazione; nello specifico, per quanto riguarda il P4, l’attuale governance di Sac ha recuperato e portato a termine un investimento che era stato accantonato a causa di un contenzioso.
Per ciò che concerne il Terminal C, si fa presente come la struttura sia riuscita, nei periodi di operatività, ad assorbire parte dei passeggeri in partenza, alleggerendo il Terminal A che, di conseguenza, ha visto snellire file e procedure di imbarco.
Relativamente alla presenza simultanea di tre handler, si ricorda come il provvedimento di limitazione dell’accesso dei prestatori di servizio di assistenza a terra richiesto da Sac ed emesso dall’Enac, sia scaduto lo scorso 31 dicembre. Non solo: l’apertura al mercato del lavoro garantisce la possibilità di accesso a tutti coloro che possiedono i requisiti. Inoltre, in seguito alla firma della clausola di sito, sono stati garantiti ora e per il futuro i livelli occupazionali da parte di eventuali nuovi operatori.
Per quel che riguarda il nuovo Terminal B, il cui progetto è già stato licenziato dalla società di progettazione ed è oggi al vaglio degli uffici Enac, si ricorda come questo sia coerente con il nuovo master plan, approvato in linea tecnica dallo stesso Ente, e come l’iter sia arrivato alle fasi conclusive, determinando con ciò le future realizzazioni al 2030.
Relativamente all’aspetto ambientale e all’abbattimento delle emissioni – prosegue la Sac – il processo di certificazione sulla carbon accreditation è concluso insieme all’inserimento dell’aeroporto di Catania nel novero degli scali italiani sottoscrittori dell’Accordo di Tolosa.
Per quanto riguarda gli uffici della Sac service, si sottolinea che questi sono oggetto di plurimi e costanti interventi di manutenzione, nelle more della realizzazione di un edificio realizzare ex novo, esclusivamente dedicato e caratterizzato da elevati standard di efficientamento energetico, attraverso l’adozione di soluzioni innovative.
Infine, per ciò che riguarda la questione contrattuale dei dipendenti Sac Service, si rileva come l’applicazione del contratto Assaroporti, per quanto non dovuto né applicato da altri scali alle società controllate, sia comunque oggetto di attuale valutazione“, conclude la nota.